Oramai si tratta di attacchi continui stile Indiani e Fort Apache, naturalmente gli indiani sono i ladri e il forte è il Centro Direzionale del Gruppo Scarabeo a Sesto Campano. Siamo in Molise o nel far west? Siamo in guerrà? Se non si tratta di guerra è una battaglia subdola contro ignoti, ma continua.
Erano da poco trascorse le 23:00 di ieri domenica, quando è scattato l’allarme al Centro Direzionale, con la centrale telefonica collegata a più numeri sensibili, tra cui il 112 dei Carabinieri. Sul posto si è portato immediatamente uno dei titolari della Scarabeo, seguito dai Carabinieri della stazione di Venafro. Giunti sul posto, dopo alcuni rilievi sul perimetro della recinzione si è osservato un cancello posto sulla parte retrostante dello stabile che era stranamente aperto.
Mentre si tentava di chiuderlo con la chiave, si notava la serratura ostruita da un ferro, con cui presumibilmente i malviventi avevano aperto il cancello. Pochi istanti dopo si è sentita un’auto sgommare e andare via dal lato della recinzione, senza poter far nulla per inseguirli. Osservando con maggior cura i militari si sono resi conto che oltre al cancello, i mariuoli avevano aperto anche uno squarcio nella recinzione per rendere magari più agevole l’eventuale trasferimento di materiali trafugati.
Fortunatamente questa volta è andata bene, nessun danno e segni di effrazione all’interno dello stabile. L’allarme è stato efficace. Nella serata di ieri a Venafro, forse la stessa banda, ha preso di mira tre abitazioni, portando via denaro e preziosi. E’ stata visitata anche l’abitazione di un anziano signore, si è trovato in casa i malviventi che si sono accontentati di sottrargli solo 40 euro per poi dileguarsi.
Ritornando all’ennesima aggressione al Centro Direzionale Scarabeo, solo il 16 settembre scorso vi fu una vera e propria razzia, circa una decina di uomini incappucciati si introdussero nello stabile armati di pesanti bastoni, temendo di incontrare qualche guardiano, a cui avrebbero riservato un trattamento che possiamo immaginare. Entrarono recidendo la linea telefonica esterna e schermando il sistema d’allarme Gps, sottraendo beni per centinaia di migliaia di euro.
I ladri non ebbero nessun riguardo per la struttura, oltre ad aprire le porte a calci, rompendo perfino i quadri appesi ai muri, divelsero anche le foto storiche ritraenti il titolare fondatore dell’azienda. Un accanimento senza precedenti contro ogni bene.
Quello appena descritto segue l’altro furto notturno avvenuto la notte del 7 giugno 2015, in cui i ladri ebbero il tempo di sfilare tutti i cavi in rame degli impianti elettrici all’interno dello stabile e dileguarsi.
Ancora prima, il 4 maggio 2015, furono arrestati due rumeni e fortunatamente fu recuperata parte della refurtiva trafugata dal gruppo Scarabeo presso la Elcom Elettrocommerciale di Venafro.
Insomma, questa sorta di impunità che la legge italiana concede ai ladri anche beccati in flagranza di reato, processati per direttissima e in tre giorni liberi di nuovo di delinquere, ha chiamato a raccolta nella nostra nazione il fior fiore della delinquenza dell’est europeo.
Non se ne può più, questo il commento a caldo dei titolari del Gruppo Scarabeo.
Siamo al parossismo per una situazione che continua ad incancrenirsi senza che lo Stato faccia nulla per invertire le cose.
Ci vogliono pene più severe e certe, che non minino come avviene oggi in Italia la legittimità della proprietà privata. Purtroppo la sensazione diffusa è quella di un Governo che vuole il male dei cittadini e non li preserva dalla delinquenza, continua ad obbligarli ad ospitare pseudo profughi con tanti diritti, mentre vengono meno quelli fondamentali del popolo autoctono.
Questa è la realtà palpabile, ma abituarsi a farsi depredare, questo non lo possiamo accettare e non lo accetteremo mai.
Non si può prescindere dal principio di uno Stato vicino ai cittadini con i presidi di pubblica sicurezza, ma nella nostra regione, stiamo assistendo ad una progressiva riduzione delle forze in campo. Carenza di personale che non viene rimpiazzato, finanziamenti che non vengono più erogati con la dovuta proporzione e l’indebolimento dei presidi di sicurezza, essenziali per la salvaguardia di territori piccoli, ma orograficamente complessi, minati in maniera irreversibile. Le forze dell’ordine spesso impotenti davanti a gravi illeciti, sono inibiti nel proseguire le indagini con attrezzature inadeguate e personale ridotto all’osso.
D’altro canto, l’onere per la sicurezza aziendale, grava come un macigno direttamente sulle imprese e su chi può permettersi una sicurezza efficace. Avere allarmi e guardiani ha una incidenza macroscopica sui bilanci aziendali, ma attualmente se si vuole restare e non chiudere i battenti, bisogna adeguarsi: questo è uno dei tanti spettri della nostra povera Italia.
P.T.