Riceviamo e pubblichiamo,
“Per molte Amministrazioni locali, in particolare del centro-sud, parlare di ambiente equivale ad affrontare il tema smaltimento dei rifiuti e raccolta differenziata. E proprio su questo punto il Molise, ancora una volta, fa registrare un dato allarmante. Secondo gli indicatori d’obiettivo Istat, il Molise (25,7%) è la terza peggior regione per raccolta differenziata dopo Sicilia (12,8%) e Calabria (25%), ben al di sotto della media nazionale (47,5%) e del Mezzogiorno (33,6%). Diverso è il discorso relativo alla quantità di frazione umida trattata in impianti di compostaggio per la produzione di compost di qualità, dove il Molise fa registrare un buon risultato attestandosi ai livelli di Lombardia e Emilia Romagna, risultato che potrebbe essere valorizzato con opportune politiche commerciali.
Discorso analogo può esser fatto per la gestione delle risorse e, in particolar modo, dell’acqua che reputiamo debba rimanere “pubblica”, sebbene gestita con criteri di efficientismo manageriale. La rete idrica molisana risulta tra le più efficienti d’Italia in termini di popolazione raggiunta e di segnalazioni d’interruzione dell’erogazione da parte della popolazione, ma se si analizza con più attenzione l’insieme dei dati salta agli occhi come il tasso di dispersione che si registra in Molise sia del 47,2%, secondo alla sola Sardegna (54,8%), dieci punti peggio della media nazionale (37,4%) e quasi cinque punti peggio del Mezzogiorno (43,4%).
Anche questo è uno dei fattori che fa sì che il dato percentuale di habitat con stato di conservazione favorevole sia ancora troppo basso.
E’ ugualmente allarmante il dato della superficie delle aree agricole ad alto valore naturale (49,98%), seppur in questo caso il dato sia fermo all’ultima rilevazione del 2010, se confrontato ad esempio con altre regioni di relativa dimensione come la Valle D’Aosta (96,95%), la Liguria (80,74%) o il Mezzogiorno (54,12%)
E’ evidente che questo aggregato di dati sullo stato di ritardo ormai cronico nella tutela dell’ambiente e nella gestione delle risorse, accumulato dalle Amministrazioni regionali precedenti, finisca con il penalizzare gli operatori economici del turismo.
I gravi fenomeni dell’emigrazione giovanile e dello spopolamento dei borghi sono in parte attribuibili anche alla scarsa progettualità ed alla gestione inefficiente delle risorse e dell’ambiente.
Occorre, dunque, invertire la rotta e mettere in campo azioni che mirino a creare e diffondere una cultura del risparmio e del riciclo, grazie a corsi di formazione nelle scuole e diffusione di corrette informazioni da parte delle istituzioni locali. Sul piano operativo è necessario lavorare al rafforzamento della raccolta differenziata, mentre sul fronte acqua bisogna intervenire con un piano di interventi strutturali per il rifacimento delle rete idrica e un utilizzo più razionale”.
Il candidato presidente
Donato Toma