Entro la prossima settimana il Tribunale di Campobasso deciderà le sorti di ciò che resta della ex-SAM di Bojano e nelle ore successive bisognerà individuare una soluzione non semplice dal punto di vista tecnico-normativo sulla proroga della cassa integrazione straordinaria dal 4 novembre 2016 al 4 novembre 2017. Se il Tribunale scioglierà la riserva il 27 ottobre, ci saranno pochi giorni per decidere sui 40 dipendenti GAM dell’incubatoio passati per un mese alla DASCO col contratto agricolo, e per accertare a Roma sui tavoli ministeriali se si può accedere o meno alla proroga della CIGS o valutare la collocazione in mobilità dei 300 lavoratori.
Sempre la prossima settimana si dovrà concludere la procedura per la messa in mobilità dei 71 dipendenti dello Zuccherificio del Molise dopo aver effettuato ogni riscontro utile con l’INPS e col Ministero del Lavoro anche per il tramite della Prefettura di Campobasso. Il periodo coperto dalla cassa integrazione in deroga si ferma al 25 settembre e da quella data in poi, i lavoratori dovrebbero essere retribuiti dalla società, con tutti i rischi e le incertezze che ciò comporta. Più tempo passa e più sarà lungo il periodo in cui i lavoratori non hanno certezze di essere pagati con tutti i disagi e le difficoltà connesse.
Ed entro il 28 ottobre, al termine della settimana ventura, il Dipartimento delle Politiche del Lavoro della Regione Molise dovrà trasmettere al Direttore Generale del Ministero del Lavoro Salvatore Pirrone la comunicazione formale con cui sceglie il Centro per l’Impiego di Isernia quale struttura per sperimentare l’assegno di ricollocazione lavorativa finanziato dallo Stato per i primi 20 mila disoccupati italiani. Se la Regione formalizzerà tale istanza si offrirà un’opportunità ai primi lavoratori ex-ITTIERRE a cui è scaduta anche la mobilità e sono privi di sostegno al reddito e di lavoro.
In verità il Ministero del Lavoro aveva chiesto a tutte le regioni coinvolte da Decreti di riconoscimento di aree di crisi industriale complessa ex-legge 134/2012 di inviare entro il 20 ottobre al Ministero tutti i dati sul numero dei dipendenti di quell’area di crisi, in cassa integrazione straordinaria, del numero dei lavoratori collocati in mobilità e del numero dei lavoratori interessati dall’area di crisi complessa a cui è scaduta anche la mobilità.
Su questo punto è intervenuto meritoriamente con una nota indirizzata al Ministro Poletti, il Presidente della Toscana Enrico Rossi, che chiede a nome di tutte le regioni italiane, di avere queste informazioni per valutare la congruità delle coperture finanziarie per il sostegno al reddito e le politiche attive da inserire nella Legge di Stabilità dello Stato per il 2017.
Non ho notizie di come la Regione Molise abbia risolto questa problematica, se abbia o meno risposto entro il 20 ottobre al Ministero e se abbia calcolato il tiraggio delle somme necessarie a coprire il fabbisogno dei lavoratori molisani coinvolti dal Decreto di area di crisi industriale complessa. Purtroppo il Molise a distanza di un anno non è in grado di avere un elenco con i nominativi dei lavoratori aventi diritto e con una Determina Dirigenziale del 15 settembre, in totale contrasto con un deliberato unanime del Consiglio Regionale adottato il 27 luglio, ha disposto che ogni addetto della GAM, ex-ITTIERRE o del settore metalmeccanico dovesse inoltrare una richiesta all’INPS
entro il 28 ottobre per far valutare successivamente l’accoglimento o meno dell’istanza.
Con tale procedura la Regione Molise oggi non è in grado di comunicare al Ministero del Lavoro entro la scadenza fissata al 20 ottobre il proprio fabbisogno finanziario per la banale motivazione che non ha mai adottato una Determina o una Delibera con i 2000/2500 o 3000 nomi dei lavoratori interessati, differenziandone i profili tra dipendenti in cassa straordinaria come i 300 della GAM, lavoratori in mobilità come parte dei 1000 ex-dipendenti ITTIERRE e l’ulteriore numero dei lavoratori dell’indotto tessile ed avicolo oltre che del comparto metalmeccanico.
Se non si adotta l’elenco con un atto amministrativo ufficiale non si è in grado di calcolare il fabbisogno finanziario e si perde l’opportunità di usufruire degli strumenti nazionali di politiche attive del lavoro che il Governo ha predisposto per le 9 aree di crisi industriali complesse riconosciute a livello nazionale.
Come ripetutamente sollecitato con mozioni consiliari approvate all’unanimità e non rispettate, interpellanze e note istituzionali rimaste inevase, auspico una rapida risoluzione su questi temi che attengono il vissuto di migliaia di persone a cui necessita garantire dei percorsi di ricollocazione occupazionale attraverso gli stanziamenti nazionali sulle politiche attive del lavoro visto che la Regione Molise non dispone di fondi specifici sufficienti su questi capitoli di Bialncio.