Scritto da Francesca Biagioli
pasta-contaminata

Vi ricordate l’allarme lanciato dall’Associazione pugliese GranoSalus in merito alla presenza di micotossine e glifosato nella pasta di alcuni noti marchi Italiani? Ebbene le aziende hanno perso la loro battaglia in tribunale per far togliere dal web gli articoli che le “incriminavano”.

Brutte notizie per alcuni grandi marchi della pasta made in Italy che hanno visto respingere per la seconda volta dal Tribunale di Roma la loro richiesta in merito agli articoli apparsi a febbraio di quest’anno su GranoSalus e a macchia d’olio riportati dalle maggiori testate giornalistiche e siti web.

GranoSalus, in seguito ad alcune analisi condotte in un laboratorio europeo accreditato, aveva segnalato le aziende e in particolare aveva puntato il dito su alcuni dei loro prodotti accusati di essere contaminati, anche se nei limiti previsti dalla legge Ue. (Leggi qui l’articolo con le varie repliche delle aziende interessate)

L’analisi voluta dall’associazione di agricoltori e consumatori pugliesi aveva verificato la:

“coopresenza di Don, Glifosate e Cadmio negli spaghetti Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia e rivela un’attività di miscelazione tra grani esteri e grani nazionali vietata dai regolamenti comunitari”.

analisi granosalus

Da subito i big della pasta hanno tentato una difesa e si sono rivolti alla magistratura accusando l’associazione di non aver fatto i controlli con i dovuti accorgimenti e basandosi su determinate regole che avrebbero garantito l’attendibilità dei risultati.

Dopo che già a giugno il tribunale di Roma aveva respinto il loro ricorso e a settembre anche il Tribunale di Trani si era espresso negativamente sul ricorso del pastificio Granoro, l’ennesima sconfitta per i pastai è arrivata nuovamente dal tribunale di Roma dove Aidepi, Barilla, De Cecco, Divella, La Molisana e Garofalo avevano presentato un nuovo ricorso (Granoro non ha presentato in questo caso alcun reclamo). Anche questa volta, però, è stato un no secco quello pronunciato dalla magistratura. Il motivo è semplice: GranoSalus ha detto la verità e ha effettuato le analisi in un laboratorio con metodo scientifico.

“le analisi sono state effettuate da primario laboratorio, con metodo scientifico. E, sebbene i campioni siano stati prelevati dal cliente, è stato indicato il lotto di pasta da cui il campione è stato prelevato e le analisi sono state effettuate in base alla normativa che il laboratorio è tenuto a seguire”

Tra l’altro sottolineano, gli stessi giudici, le aziende reclamanti non hanno prodotto alcuna contro analisi per dimostrare che lotti e prodotti analizzati non fossero contaminati. Appurata la presenza di queste sostanze rimane dunque anche legittimo pensare e sospettare che queste siano dovute ad una prassi di miscelazione di grano straniero vietata.

“Dal tenore dell’articolo è di tutta evidenza che non venga attribuito con certezza l’utilizzo di tale pratica (miscelazione con grano estero n.d.r), ma che tale ‘pensiero’ può essere indotto dai risultati delle analisi, per i motivi esposti nell’articolo (presenza di glisofate e don in tali quantità)”