La Regione Molise, ogni anno, spende oltre 4 milioni di euro dei cittadini per pagare i vitalizi di oltre 80 ex consiglieri regionali. Tutto questo grazie alla legge 10 del 1988 secondo la quale bastano 55 anni di età per maturare il vitalizio e gli assegni sono calcolati sulla base dei Consiglieri attualmente in carica. Insomma, un privilegio ingiusto e iniquo.
Gli assegni, come è facile immaginare, non sono affatto irrisori: si va da un minimo di 2150 euro ad un massimo di 5495 euro in base agli anni trascorsi in Consiglio. È vero che con la spending review del governo Monti la Regione Molise è stata costretta a sopprimere i vecchi vitalizi e adottare il sistema contributivo, tuttavia le nuove regole non sono retroattive e, quindi, valgono solo per i nuovi consiglieri regionali lasciando invariati i privilegi già acquisiti.
La proposta di legge dei portavoce MoVimento 5 Stelle mira a ridurre drasticamente questi onerosissimi privilegi, abrogando la legge del 1988 e ricalcolando gli assegni vitalizi con il sistema contributivo: in pratica tanto versi, tanto guadagni. In questo modo la posizione previdenziale degli ex consiglieri viene equiparata a quella dei dipendenti pubblici e privati: una forma di giustizia sociale e di buon senso.
Per capire di cosa stiamo parlando facciamo alcuni esempi pratici. Gli ultimi ex consiglieri regionali che hanno fatto richiesta di vitalizio sono Gianni D’Uva che ha chiesto il vitalizio a 55 anni e percepisce il 76% del totale, dunque 2704 euro. Insieme a lui, solo nell’ultimo anno, hanno fatto richiesta anche Domenico Porfido e Mauro Natalini che a 55 anni incassano 2150 euro; Italo Di Sabato che sempre a 55 anni può percepire 3072 euro, Riccardo Tamburro che a 57 anni percepisce 2393 euro e Angiolina Fusco Perrella che oltre i 60 anni arriva a percepire il totale del vitalizio: 5495 euro. A tutto questo aggiungiamo che la legge attuale prevede la reversibilità di una quota pari al 50% del vitalizio ai parenti più stretti dell’ex consigliere defunto.
In termini di risparmio ciò vorrà dire passare da un monte spesa di circa 4,2 milioni di euro ogni anno, a poco più di un milione, quindi la nostra proposta prevede un risparmio di circa 3 milioni di euro ogni anno, soldi che saranno destinati al contrasto delle dipendenze, all’implementazione del Registro Tumori e alle piccole e medie imprese.
Certo, siamo sicuri che tanti ex consiglieri che si vedranno tagliare drasticamente il privilegio faranno ricorso, ma il nostro ‘progetto’ è frutto di un attento studio dell’ufficio legislativo che ha tenuto in conto il doveroso bilanciamento tra i diritti costituzionali in gioco.
Ma non è tutto. Con la proposta di legge M5S la Regione Molise andrà incontro a quanto stabilito dal Governo nazionale. Per le Regioni che non tagliano i vitalizi di ex presidenti ed ex consiglieri regionali, infatti, il testo provvisorio della Manovra in discussione prevede un taglio dell’80% dei trasferimenti eccetto fondi per sanità, politiche sociali, per le non autosufficienze e per il trasporto pubblico locale. Per adeguarsi le Regioni hanno solo quattro mesi di tempo dal varo della legge. Ecco perché la nostra proposta riveste carattere d’urgenza, quindi siamo certi arriverà presto in Consiglio regionale.
Infine, una doverosa puntualizzazione. La proposta di legge M5S non è assimilabile a nessun’altra. Quella del Pd, ad esempio, prevede un contributo di solidarietà una tantum, mentre quella del MoVimento 5 Stelle prevede un intervento strutturale sull’istituto del vitalizio. Non solo. Con la proposta spot del Pd potremmo risparmiare al massimo mezzo milione di euro, con quella del MoVimento 5 Stelle il risparmio supererà i 3 milioni, lo ripetiamo, ogni anno.