Oggetto: replica comunicato sig. Tiziano Di Clemente del 12.10.2018.
Con riferimento al comunicato del sig. Tiziano Di Clemente, nel premettere che
non vi saranno ulteriori repliche, la presente breve nota sol fine di ristabilire la
verità dei fatti, atteso che il sig. Di Clemente non ha una buona memoria oppure
omette (dolosamente??) di riferire determinate informazioni, nel goffo tentativo di
screditare il sottoscritto e l’Amministrazione Provinciale tutta, ma andiamo per
ordine, il sig. Di Clemente esordisce affermando che il sottoscritto in data 4
ottobre 2017 avrebbe tuonato e minacciato querele contro chi sollevava dubbi
sulla stabilità del viadotto Sente, ebbene, il sig. Di Clemente omette di dire che il
sottoscritto tuonava e minacciava querele contro chi (come lui in questo caso)
diffondeva informazioni false e tendenziose, nella fattispecie a suo tempo fu
duramente contestato e attaccato l’autore di foto false che ritraevano una falsa
realtà e che erano volte a trarre in inganno gli utenti della rete e della strada, in
particolare erano state diffuse foto (si ribadisce false) di piloni staccati
dall’impalcato, ed è a questa notizia che furono minacciate querele e non ai
legittimi dubbi sulla stabilità e sicurezza del viadotto che erano stati sollevati nei
giorni precedenti e che non erano stati oggetto di contestazione da parte dell’Ente
di Via Berta . Ci si chiede, come mai Di Clemente ha omesso di riferire questo
dettaglio, tutt’altro che marginale?
E’ vero, fino a qualche giorno prima del 29 agosto 2018 il sottoscritto ha
rassicurato gli utenti della strada, in quanto, dai dati fino a quel momento in
possesso della struttura tecnica della Provincia, le condizioni del viadotto non
destavano preoccupazioni, considerato che in ben 12 anni l’implacato non si era
più mosso di un centimetro. Quando invece, grazie all’ausilio del By Bridge messo
a disposizione da ANAS, i tecnici della Provincia coadiuvati da un Ingegnere
Strutturista specializzato, per la prima volta scendevano al di sotto dell’implacato
e constatavano una criticità assolutamente invisibile da qualsiasi altra
angolazione, certificando quindi che la struttura non era più da considerarsi
sicura, la Provincia non ha esitato a chiudere il viadotto. Forse per Di Clemente
era meglio aspettare i morti.
Per la strada alternativa se Di Clemente ha da suggerire soluzioni migliori, siamo
ben lieti di accoglierle, ma generalmente alcuni personaggi sanno solo sollevare
problemi e non proporre soluzioni, così come emerge chiaramente in questo caso.
Altre falsità sono quelle relative alla questione cantonieri, Di Clemente afferma di
aver dimostrato che l’assunzione si poteva fare, ha però dimenticato oppure
dolosamente omesso di riferire nel proprio comunicato che i giudici del Tribunale
di Isernia prima, e della Corte d’Appello di Campobasso poi, non erano poi così
d’accordo con la presunta soluzione proposta dal Di Clemente tanto che in
entrambi i gradi di giudizio i ricorsi proposti dai cantonieri sono stati tutti
rigettati. Ci si chiede ancora, perché Di Clemente ha omesso tale altro dettaglio?
Ad avviso di chi scrive anche questo tutt’altro che marginale.
E’ comprensibile, essendo arrivati i nodi al pettine, che Di Clemente, abbia forte
imbarazzo a giustificare gli innumerevoli fallimenti con le persone che ha illuso
fino ad ora garantendogli che “l’assunzione in Provincia (senza concorso) si poteva
fare”, però di questo si deve assumere le sue responsabilità non può accusare
altri dei propri fallimenti.
A proposito di fallimenti, parlando di Lotto Zero, Di Clemente ed alcuni altri
hanno querelato l’inquerelabile, finanche la giunta Brasiello nella sua interezza
che alcun ruolo aveva rivestito nella questione lotto zero, anche qui una
miserevole figura davanti al GIP del Tribunale di Isernia nel goffo tentativo di non
far calare il sipario su una questione ormai acclarata, o forse per non far calare il
sipario su se stessi, accuse assolutamente infondate e procedimento
conseguentemente archiviato, gravando chiaramente di costi tutti i cittadini.
Dall’anacronistico ed intempestivo comunicato del Di Clemente, emerge più che la
volontà di aiutare i più deboli, una irresistibile necessità di stare a tutti i costi
sotto i riflettori, di vedere il proprio nome scritto sui giornali, di stare sui media,
di apparire in ogni modo, di far sentire ad ogni costo la propria presenza,
null’altro.
Di Clemente si spinge anche oltre, critica l’amministrazione e prova a dar elezioni
su come amministrare, ma se è tanto bravo, perché non compone una lista e non
si candida, perché non si sottopone al vaglio ed al giudizio delle masse che dice di
rappresentare e, se riesce ad essere eletto potrà amministrare secondo la sua
mente illuminata, potrà assumere chi vorrà senza concorso, però assumendosene
le responsabilità, non solo a chiacchiere (come fa adesso), potrà creare strade e
viadotti con la sola forza del pensiero, solo che come diceva il mio anziano nonno
“le chiacchiere sono arte facile” amministrare, assumendosene le responsabilità, è
ben altra cosa.
Infine Di Clemente parla di fallimenti delle giunte locali. Beh, alla luce di quanto
sommariamente esposto, i fallimenti stanno da ben altra parte, forse sarebbe utile
se Di Clemente ascoltasse il celebre monologo di Salemme tratto dal film Cose da
Pazzi.
Il Consigliere delegato alle infrastrutture
Avv. Mike Matticoli