di Americo Mucciaccio
Si complica sempre di più l’affaire della trattativa di vendita del Gemelli Molise, struttura convenzionata con la Regione.
Infatti, oltre al Vaticano, obbligato da Papa Francesco in persona a valutare con trasparenza ogni cessione o acquisto di proprietà riconducibili alla Santa Sede, ora spunta fuori, per la Regione Molise, la delibera Anac numero 958 del 7 settembre 2016, a firma di Raffaele Cantone, dove viene sancito l’obbligo, per gli enti accreditanti, di tracciare i flussi finanziari dei privati eroganti servizi sanitari e sociali.
In altre parole, non sarà solo il Vaticano a chiedere con chiarezza a Stefano Petracca chi sia il titolare effettivo dei fondi messi in gioco per l’acquisto del Gemelli Molise, ma anche alla Regione Molise è fatto obbligo di eseguire il tracciamento dei flussi finanziari.
A chi sono attribuibili i 33 milioni di euro? E chi ne è il titolare effettivo?
Senza risposte a queste due domande, il Gemelli Molise non potrebbe essere venduto, altrimenti si correrebbe il rischio di un duplice Stop, da parte della Segreteria di Stato del Vaticano e da parte della Regione Molise, ente accreditante. Donato Toma farebbe bene a prestare attenzione alla delibera dell’Anac, per non rischiare un nuovo provvedimento negativo, sulla stregua di quanto già accaduto per la nomina di Romagnuolo a Commissario del Consorzio Industriale. Nomina bocciata proprio dall’Autorita’ Nazionale Anticorruzione.
Anzi, meraviglia un po’ tutti il misterioso silenzio di Toma sulla vendita del Gemelli agli svizzeri, dopo le dichiarazioni roboanti del governatore, appena venne fuori l’annuncio della cessione dell’ex Cattolica. Toma disse all’epoca di volere vederci chiaro, allora perché oggi non chiede chi è il titolare effettivo dei fondi esteri che saranno usati per comprare una struttura sanitaria convenzionata con la Regione Molise?
Non è che può farlo o potrebbe farlo, lo deve fare, lo prescrive l’Anac. Per aiutarlo, pubblichiamo di seguito la parte più specifica della delibera 958, firmata nel 2016 dall’allora presidente Anac, Raffaele Cantone:
“È in tale contesto, quindi, che si inserisce l’esigenza di un rafforzamento delle misure di controllo della spesa con finalità di ordine pubblico anche nel delicato settore dei servizi socio-sanitari gestiti dai privati. Ciò posto, appare certamente opportuno che gli obblighi di tracciabilità siano applicabili anche ai servizi sanitari e sociali erogati da strutture private accreditate, in modo da anticipare, il più a monte possibile, la soglia di prevenzione, creando meccanismi che consentano di intercettare i fenomeni di intrusione criminale nei flussi finanziari provenienti dagli enti pubblici. Un’evoluzione in questo senso dello strumento della tracciabilità sarebbe, del resto, pienamente giustificata dalla constatazione che anche in questo settore, come in quello degli appalti pubblici, frequentemente le infiltrazioni della criminalità organizzata finiscono per saldarsi con i fenomeni corruttivi e di mala gestio della cosa pubblica”.
In conclusione, proprio per evitare fraintendimenti e chiarire fino in fondo quali capitali si vogliano investire in Molise, nel delicato settore della sanità convenzionata, è opportuno fare piena luce su ogni piccolo dettaglio della delicata vicenda. Di chi sono i 33 milioni? Lo vuole sapere Papa Francesco e anche l’Autorita’ Anticorruzione.