di Americo Mucciaccio
Lo avevamo anticipato nel nostro ultimo articolo: la proprietà dell’immobile del Gemelli non è dell’Università Cattolica, ma della Regione Molise. Un documento del Cipe del 1991 già parlava chiaro: «In base al progetto approvato per il suddetto finanziamento (70 miliardi n.d.r.) soggetto titolare dell’intervento e proprietario della realizzanda struttura è la Regione Molise, che dovrà concederla in comodato gratuito all’Università Cattolica del Sacro Cuore…
L’istituzione che si intende realizzare dovrà assolvere a due funzioni fondamentali: a) Centro di formazione e ricerca; b) Centro di diagnosi e cura…».
Ora, a conferma di quella delibera del Cipe, la solita ”mano amica” ci fa arrivare anche un altro documento, ancora più chiaro, e che non ammette smentite. È quello a firma dell’ex direttore generale dell’Asl 3 Centro Molise, Michelangelo Bonomolo, che, nell’ottobre del 2002, scriveva a Regione e Università Cattolica, rappresentando: «la necessità di completare l’iter procedurale per la definizione del budget da assegnare alla struttura neoaccreditata, nonchè delle tariffe delle prestazioni da erogare, per le quali si segnala anche l’evidente necessità di scorporo delle quote di ammortamento dei costi per la costruzione della struttura e l’acquisto delle apparecchiature, assicurati in toto da finanziamento pubblico.
Appare di piena evidenza – precisava Bonomolo – che quanto precede costituisce il presupposto per il riconoscimento economico delle prestazioni che saranno erogate, rimuovendo prevedibili contenziosi e connessi profili di responsabilità».
In parole povere, Bonomolo comunicava a Cattolica e Regione: «Guardate che, dalle tariffe da pagare alla Cattolica per le prestazioni, bisogna sottrarre le quote relative alle spese sostenute per gli ammortamenti di immobile e macchinari della struttura sanitaria finanziata con fondi totalmente a carico dello Stato.
Tradotto in parole povere significa, ancora oggi, come venti anni fa, che l’ex Cattolica di contrada Tappino, intesa come contenitore e apparecchiature, è stata pagata dai contribuenti e, quindi, non è di proprietà del Gemelli.
Come si fa ora a venderne contenuto e attività agli svizzeri della Capital AG?
Ironicamente, è qualcosa che ci ricorda tanto quel film di Totò, in cui lui e De Filippo ”vendevano” la fontata di Trevi a un turista americano. Ma quello era un film comico, cerchiamo ora di non far diventare una commedia all’italiana anche la tentata vendita del Gemeli Molise. Intanto Toma, da poche ore, è stato nominato commissario straordinario alla Sanità regionale, non è che voglia dare un’occhiata alle carte? E aspettiamo sempre che padre Luigi Mistò faccia venire fuori chi c’è davvero dietro l’affaire del Gemelli Molise.