Intanto padre Luigi Mistò, presidente della Commissione istituita da Parolin, guarda al Molise

di Americo Mucciaccio

Nuovo colpo di scena nell’affaire della vendita del Gemelli Molise. Com’è noto, gli uomini del Vaticano hanno sempre sostenuto che agli svizzeri sarebbe stata venduta solo l’attività, o meglio, il 90% delle quote societarie dell’attività in essere nello stabile dell’ex Cattolica, mentre lo stabile (il contenitore delle stesse attività) sarebbe rimasto di proprietà della Chiesa.

Tutto nella teoria, perchè nella sostanza le carte dicono un’altra cosa e cioè che lo stabile è di proprietà della Regione Molise che lo ha dato in comodato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, perchè vi venissero svolte le attività di diagnosi, cura, formazione e ricerca.

Una ”mano amica” ci ha svelato l’arcano, riportando alla luce la delibera Cipe del lontano 1991 (in pagina la foto del documento) in cui si afferma che: «In base al progetto approvato per il suddetto finanziamento (70 miliardi n.d.r.) soggetto titolare dell’intervento e proprietario della realizzanda struttura è la Regione Molise, che dovrà concederla in comodato gratuito all’Università Cattolica del Sacro Cuore…

L’istituzione che si intende realizzare dovrà assolvere a due funzioni fondamentali: a) Centro di formazione e ricerca; b) Centro di diagnosi e cura…».

Fin qui il documento originale, che siamo riusciti a ritrovare tra le carte del Cipe, ma la domanda che ora tutti si fanno è la seguente: Toma queste cose le sa? E se le sa, perchè ancora non fa nulla? Perchè ancora non chiede chiarimenti alla Fondazione Gemelli Spa?

Si può vendere a un misterioso Fondo Svizzero un’attività di cura e ricerca scientifica svolta in uno stabile di proprietà della Regione?

Noi un consiglio al Governatore glielo diamo gratis: si consulti con qualche avvocato, magari un legale estraneo al giro della sanità vaticana. Stesso consiglio anche al sacerdote ambrosiano Luigi Mistò. Un personaggio chiave dell’affaire Gemelli.

Vi ricordate cosa disse Papa Francesco dal balcone del Gemelli? Disse: “In questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato ancora una volta quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo!

Anche nella Chiesa succede a volte che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non va bene economicamente, e il primo pensiero che ci viene è venderla. Ma la vocazione, nella Chiesa, non è avere dei quattrini, è fare il servizio, e il servizio sempre è gratuito. Non dimenticatevi di questo: salvare le istituzioni gratuite”.

Le parole del Papa sembrano avere come destinatario in Vaticano prorio quel sacerdote ambrosiano, padre Luigi Mistò, presidente della Commissione istituita dal segretario di Stato Pietro Parolin per avocare alla Santa Sede l’ultima parola su eventuali cessioni di case di cura di proprietà di istituti religiosi.

Mistò sa qualcosa di quello che stanno combinando in Molise i rappresentanti della sanità vaticana. Mistò sa qualcosa del misterioso Fondo Svizzero e dei soldi che ci sono dentro? Da dove arrivano quei soldi e di chi sono?

Ancora nessuno lo sa. Siamo sicuri che Santa Romana Chiesa non si stia infilando in un altro labirinto di affari inconfessabili? Probabile che la prossima missione di padre Luigi Mistò sia proprio quella di capire chi c’è dietro l’affaire del Gemelli Molise.

Intanto a Toma che lo stabile di contrada Tappino è della Regione per il momento glielo diciamo noi.