di Alessia Tonti

Venafro si riappropria con oggi della Palazzina Liberty, struttura pubblica d’inizio secolo scorso -dal periodo di costruzione deriva infatti il nome- nel corso dei decenni utilizzata per finalità diverse : da sala cinematografica (l’indimenticabile Cinema Aurora) con annesso alloggio per la famiglia del gestore di tale servizio a struttura per la produzione di energia idroelettrica per conto della SME (Società Meridionale Elettricità), prima che anche tale utilizzo venisse a cessare a seguito della nazionalizzazione della produzione dell’energia elettrica sull’intera Penisola. Terminati per motivi diversi tali utilizzi, la Liberty precipitò purtroppo nel più desolante degli abbandoni con conseguente decadimento dell’intero immobile, che per anni -cosa accaduta sino a poco tempo addietro- serviva una volta l’anno per ospitare i fuochi pirotecnici per la ricorrenza festiva della Madonna del Carmine a metà luglio, con conseguente “incendio artistico” degli interni, cascate pirotecniche dal terrazzo merlato e simili. Finalmente dal Comune di Venafro, partendo da legislature precedenti, si decise di mettere mano a risanamento, restauro e riapertura a fini sociali della storica struttura, affinché l’intera collettività potesse servirsene per arte, mostre, concerti, convegni, dibattiti, cultura, teatro ed iniziative collegate. Si chiesero e si ottennero finanziamenti pubblici per gl’interventi necessari e finalmente con oggi la Liberty di Corso Lucenteforte, conclusi gl’interventi di risanamento e ristrutturazione protrattisi per anni, riapre e Venafro ne riprende possesso. I meriti ? Praticamente dell’intera città, a prescindere dalle amministrazioni comunali attivatesi nel tempo giusto i mandati popolari ricevuti, che ne ha sempre sollecitato restauro, recupero e riutilizzo per finalità sociali, culturali e turistiche. Nel pomeriggio odierno quindi riflettori dell’opinione pubblica cittadina puntati sulla Palazzina Liberty, che si specchia purtroppo in un laghetto di acque sorgive potenzialmente bello ma che si presenta in condizioni nient’affatto attraenti date le alghe che continuano a proliferarvi ed a coprirlo, con intervento di autorità, istituzioni e cittadinanza per le inaugurazioni del presidio turistico comunale, della sede del Parco Regionale dell’Olivo e dell’esposizione permanente sulla civiltà contadina e sull’olio, e delle mostre fotografiche “Non aprire che all’oscuro” di Flavio Brunetti e “Venafro e la sua gente” di Franco Di Stazio. A seguire, la proiezione del documentario “Argento ritrovato” di Pasquale Passarelli e lo spettacolo “Non aprire che all’oscuro”, riduzione teatrale del citato Brunetti. Dai venafrani l’auspicio che la ritrovata struttura possa incentivare le attività socio/culturali in città, risolvendo finalmente le problematiche logistiche locali.