di Tonino Atella

“Questo è quanto ci tocca, ossia assistere di continuo a giovani di colore che stazionano h24 dinanzi a farmacie, supermercati, luoghi frequentati ect. elemosinando ed offrendosi per un qualche aiuto a donne ed anziani portando pacchi o altro ? Non c’è soluzione di sorta ed alternativa a tutto questo ? Il destino futuro di tali giovani tra i 20 e i 30 anni è tale e null’altro ? Le istituzioni non intendono o non possono provvedere ad alcun tipo d’intervento per l’ inserimento e l’utilità sociale di tali soggetti ? Devono solo continuare tanti di loro a rovistare sistematicamente nei cassonetti dei rifiuti per portare via qualcosa che ritengono di utilità ? Non è bello, si creda, vedere mani tese di continuo a chiedere l’elemosina e non notare alcun rimedio dalle istituzioni pubbliche. Sono stati fatti arrivare, vengono ospitati, accuditi e rifocillati, e poi ? Solo elemosinare e la ricerca tra i rifiuti per siffatti soggetti ? Questo è il loro futuro ? E a noi resta solo di assistere continuativamente a tali spettacoli, nient’affatto belli e piacevoli a vedersi, senza intravedere soluzioni di sorta ? Si è sicuri che questi giovani di colore sapranno e vorranno elemosinare e rovistare tra i cassonetti vita natural durante, senza pensare o passare ad altro ? La nostra perplessità è tanta, di pari passo con le preoccupazioni che ogni giorno ci assalgono !”. Sono alcuni dei pensieri raccolti tra i venafrani relativamente alla questione delle decine e decine di giovani di colore che ogni giorno girano in lungo e in largo in città senza mete, senza programmi e senza finalità precise, eccezion fatta per l’elemosinare ed il ricercare nei cassonetti dei rifiuti. Un fenomeno che va avanti  senza che s’intravedano interventi da parte delle istituzioni pubbliche. “Pensiamo di avere diritto a risposte chiare e precise al riguardo -puntualizzano diversi venafrani che non gradiscono siffatti comportamenti e temono problemi- per vivere in tranquillità e senza assilli. Tali giovani di colore avranno i loro diritti, ma ai nostri di diritti chi ci pensa ?”. L’interrogativo è di quelli sostanziali, non c’è che dire !