Pienone ed applausi per la terza replica sulla piazzetta dell’Annunziata dell’Opera di San Nicandro, dramma sacro sulla vita dei Martiri di Venafro Nicandro, Marciano e Daria. Prossimo appuntamento il 19 giugno
di Tonino Atella
Pienone e tanti applausi per la terza replica dell’Opera di San Nicandro, lo storico dramma sacro sulla vita dei Martiri di Venafro Nicandro, Marciano e Daria scritto da Giuseppe Macchia. Affollate anche le precedenti due repliche sulla piazzetta dell’Annunziata ed altrettanto si prevede che avvenga il prossimo 19 giugno per l’ultima rappresentazione in calendario.
Gli applauditissimi interpreti del dramma : Gianni Di Chiaro, Manuela Paolozzi, Vincenzo Giambarbara, Matteo Franchitti, Michele Di Meo, Lorenzo Scarabeo, Adriano Cimino, Maurizio Verrecchia, Nicandro D’Angelo, Francesca De Luca, Ylenia Fiore, Alessandro Ruisi, Gianni Vaccone, Antonio Siano, Nicandro Siano, Paolo Scungio, Clodio Montella, Guerrino Cimorelli, Mario Di Meo, Domenico Sampaolo, Nicandro Rodi, Mauro Veneziano, Ernesto Pacitti e Vittorio Barile, con il contributo di Ron Jenkins, l’italo/americano che ha rivisitato l’opera proponendone una interpretazione nuova e sotto molti aspetti originale che il pubblico ha ampiamente gradito.
La storia venafrana dell’Opera. In passato attesissima dai venafrani, veniva in genere rappresentata in forma gratuita dinanzi alla Chiesa di San Simeone al rione Mercato e gli spettatori piccoli e grandi vi assistevano in piedi ; in tanti comunque portavano le sedie da casa per assistere più comodamente allo spettacolo.
Veniva proposta solitamente nella settimana precedente le festività patronali quale preparazione storico/spirituale ai festeggiamenti stessi.
La popolazione la conosceva alla perfezione e i più piccoli tra gli spettatori erano soliti anticipare ad alta voce determinate battute degli interpreti. Veniva anche “esportata”, ossia rappresentata nei Comuni extraregionali che veneravano (e venerano) San Nicandro ; la rappresentazione fuori dalle mura di Venafro avveniva solitamente a Tremensuoli, borgata di Scauri, centro del Tirreno, ed a portarla in scena erano venafrani comuni, esattamente come continua ad avvenire.