di Tonino Atella
In questi ultimi giorni a Venafro si è tornato a pensare, seppure indirettamente, allo storico e bellissimo Busto argenteo raffigurante il Patrono della città, San Nicandro, splendida opera della Scuola Orafa Napoletana del ‘600, tra le eccellenze artigianali ed artistiche del periodo a livello europeo nel settore specifico della lavorazione dei metalli preziosi. Una immagine sacra, è bene sottolinearlo, che catturava e coinvolgeva per la straordinaria fattezza artistica nel suo insieme ma principalmente per il sorriso stampato sul volto del giovane guerriero dell’esercito romano del tempo (si era nel 303 d.C.) raffigurante Nicandro, dal greco “Uomo della Vittoria”, sorridente alla pari dei martiri cristiani caduti per mano del boia pagano che andavano incontro all’estremo supplizio nella convinzione di raggiungere la gloria dei cieli. Ebbene siffatta opera artistica, che tanto appassionava e “prendeva” anche i non venafrani, com’è noto il 25 giugno 1986, ossia 33 anni orsono, venne rubata da ignoti ladri sacrileghi che la portarono via dalla sacrestia della Chiesa di Cristo, centro storico di Venafro, volatilizzandosi definitivamente assieme al prezioso -sotto l’aspetto sociale, umano ed affettivo- Busto argenteo riproducente il Patrono della città, San Nicandro.
Da 33 anni cioè non si sa più nulla dell’immagine seicentesca del Santo venafrano, tanto che la città provvide già dal 1987 a realizzarne una nuova, sempre in argenteo e simile in tutto all’originale fuorché nel volto, iniziativa popolare appena ricordata col recente scoprimento dell’epigrafe storica nella chiesa dell’Annunziata. Proprio tale iniziativa ha fatto sì che in città si tornasse a parlare del Busto seicentesco del Patrono rubato da ladri sacrileghi in una notte di giugno di 33 anni orsono e mai più ritrovato.
“Che fine avrà fatto l’originale e veneratissima immagine sacra del nostro Patrono ?”, è la domanda oggi di tanti a Venafro che purtroppo continua a restare senza risposta. Poi ancora, “Le indagini sono sempre in corso o sono state chiuse ed archiviate ? Dalle primissime indagini di 33 anni orsono venne fuori qualche sviluppo, qualche traccia del maltolto o non si riuscì a risalire a nessuno ed a nulla ? Farebbe tanto piacere essere informati ufficialmente sulla vicenda e su ogni possibile notizia di allora, vista la diffusa vicinanza popolare a quella particolare immagine sacra rimasta negli affetti di tutti.
Certo, il nuovo Busto argenteo è suggestivo ed è stato accolto con ampi favori popolari, ma la storica immagine sacra del nostro Patrono è sempre nella mente, negli occhi e nel cuore di tutti i venafrani. Se ne saprà prima o poi qualcosa? Nonostante il trascorrere del tempo, continuiamo ad avere piena fiducia nell’operato del Nucleo dell’Arma specializzato nel recupero degli oggetti sacri che tanti positivi risultati continua a conseguire, recuperando preziosa refurtiva sia in Italia che all’estero. Perciò continuiamo a sperare e ad aspettare …”.