di Tonino Atella
Tempo addietro uno sconosciuto/a, a ragione, affisse decine di “manifesti mortuari” lungo il Rava, corso d’acqua che chiude a sud l’abitato venafrano, per denunciarne la morte, la fine sotto il profilo ambientale, atteso l’assoluto e persistente abbandono che caratterizza sia le acque in tema che i loro argini. Col presente servizio torniamo sull’argomento sempre di massima attualità per Venafro, ossia l’incuria e la non curanza da parte delle istituzioni pubbliche preposte alla manutenzione del Rava e dei suoi argini, visto lo stato del tutto deplorevole ed impossibile in cui versa la zona in questione. Su entrambi i lati del corso d’acqua in questione in effetti è nata, cresciuta e proliferata una vera e propria boscaglia, tanto fitta da preoccupare un sacco i residenti della zona e quanti lavorano nei pressi in quanto è facile immaginare le diverse specie selvatiche che vi vivono e crescono all’interno, in primis i serpenti, i topi ed altri ancora. Così come sono preoccupatissimi per siffatta abbondante vegetazione lungo il Rava i numerosi venafrani ambosessi e di ogni età che ogni giorno amano passeggiare o correre in zona per curare mente e fisico. “Non è possibile una situazione del genere e senza che ci si decida ad intervenire -dichiaravano assai risentiti tali sportivi- con un’azione radicale di taglio, pulizia e messa in ordine dell’intera zona del Rava. Siamo a centinaia che quotidianamente raggiungiamo il LungoRava per correre o passeggiare, ma farlo a ridosso di una boscaglia tanto fitta e potenzialmente pericolosa non é affatto cosa bella e tranquilla. Chiediamo che le istituzioni preposte finalmente si attivino per restituire decenza alla zona, oggi dall’aspetto tutt’altro che bello e rassicurante”. Sulla stessa lunghezza d’onda ci sono residenti e lavoratori dello stesso territorio, che non di rado si ritrovano animali selvatici di vario tipo sull’uscio di casa o dinanzi alla propria azienda. In tanti per evitare tutto questo si sono visti addirittura costretti con proprio “lavoro di gomito”, cioè lavorando in proprio, a ripulire gli argini del Rava dinanzi casa o all’ingresso dell’attività lavorativa al fine di vivere in maniera tranquilla e senza pericoli.