73 anni orsono, il 20 ottobre 1943, il tragico bombardamento del “fuoco amico” che investì Venafro facendo 18 vittime civili.
Dal prossimo anno, grazie all’intervento di Prefetto d’Isernia e de “I Venafrani per Venafro”, probabile la commemorazione ufficiale dell’accaduto e delle vittime, mai sin qui ufficialmente ricordate dalle istituzioni.
Il 20 ottobre 1943 venne scritta una tristissima pagina della storia di Venafro della prima metà del ‘900. Settantre anni orsono infatti la città fu investita dal “fuoco amico” ed alla fine furono in 18 i civili a perdere la vita. La gran parte morirono in una grotta di località Chiaione, nelle vicinanze della Cattedrale, dove si erano rifugiati nel tentativo di mettersi in salvo ; altri caddero in zone diverse della città. Perché Venafro centrata dal “fuoco amico” degli alleati ? Questi intendevano colpire i tedeschi accampati al Campaglione, nei pressi della Cattedrale, e nel farlo colpirono purtroppo anche l’abitato venafrano, procurando 18 vittime civili. A ricordare il triste avvenimento è una parente dei caduti di allora, la sig.ra Giuseppina : “Inizialmente vennero rinvenuti 17 corpi -afferma l’anziana- ma al termine i caduti salirono a 18. Infatti sei mesi dopo i bombardamenti dell’ottobre ’43, che si ebbero il 4 ed il 20 del mese, fu rinvenuto sotto le macerie il corpo scheletrito di Filomena Natale, sorella di Clara e Giacomina, altre vittime di quei tragici giorni”. Ancora un particolare della giornata nel racconto della donna : “Mio marito rimase ferito ad uno degli arti inferiori da una scheggia di bomba che gli si conficcò nel ginocchio. Su parere medico non s’intervenne chirurgicamente subito, ma dopo poco tempo si dovette procedere alla rimozione della scheggia avendo preso ad infettare l’arto. Conservo ancora oggi la scheggia tolta dalla gamba di mio marito”. Di seguito l’elenco completo dei 18 civili caduti, i quali si spera che dal prossimo anno vengano ufficialmente commemorati a seguito dell’intervento congiunto di Prefetto d’Isernia e de “I Venafrani per Venafro”, movimento che da tempo si sta battendo in tal senso. I caduti sotto il “fuoco amico” di 73 anni orsono furono Fernando Ottaviano, Nicandro e Mario Vaccone, Antonio Giannini, i coniugi Bambina Policella e Giovanni Colangelo di Carpinone casualmente a Venafro, Giacinta Leva, Giuseppina Verrecchia, Maria Carmela Iannacone, Emilia Tagliaferro, i giovanissimi fratelli Paolo e Lucio Andreozzi, Luigia Conte, Crescenzo Ricchiuti, Giacomina, Clara e Filomena Natale e Michelina Testa. Dal prossimo anno, come detto, i loro parenti sperano che il Comune di Venafro voglia finalmente ricordare con cerimonia ufficiale anche i civili caduti il 4 e 20 ottobre del ’43.
Tonino Atella