ROMA – Un vecchio adagio diceva: “trova un lavoro che ti piace fare e non lavorerai un solo giorno nella tua vita”. Pensate allora se il vostro lavoro non sia niente di meno che un gioco. Oppure, per dirla meglio, lo sviluppatore di giochi.

L’industria del gaming e del gambling italiano è infatti diventata una fucina di nuove occupazioni, di nuovi ruoli professionali, di nuove personalità del mondo del lavoro. Una fonte di nuovi mestieri, che strizza gli occhi alle nuove generazioni e stuzzica la loro fantasia. Per questo in Italia sono sorte diverse università che mirano a formare i propri allievi proprio per offrirli al mondo del gaming. In Italia, ad esempio, è attiva da quasi 10 anni l’Accademia Italiana Videogiochi, la prima del settore, oppure la Event Horizon, che detiene il record di studenti iscritti e di sedi sparse nel territorio. Ma anche il panorama delle università si sta aggiornando e si sta votando al futuro. Lo dimostra l’Università di Milano, che ha previsto un percorso di un biennio proprio per i videogiochi, oppure l’Università di Verona che ha attivato dal 2010 anche un master universitario.

Enti che hanno un canale di comunicazione e quindi di occupazione diretto con le imprese del settore. È da sottolineare infatti come aziende specializzate nella produzione di software a livello internazionale da anni collaborino con università per la selezione e la formazione di profili da inserire nelle loro strutture di programmazione e anche per lo sviluppo di slot machine online, molte delle quali sono già presenti nei migliori palinsesti di giochi gratis su internet.

Insomma, se il vostro sogno è diventare programmatori di videogame o di slot machine, è questa la strada che dovete intraprendere. Una strada, badate bene, per niente facile e scontata. Basti pensare che dietro a un semplice gioco ci sono tantissime conoscenze e anni di lavoro di sviluppo. Servono infatti designer, programmatori, informatici, matematici e ingegneri. Lavori del futuro, che possono essere una vera iniezione di fiducia nell’economia italiana.

Per un mondo del lavoro che guarderà sempre di più anche alle donne, come aveva sottolineato ad  Adnkronos Thalita Malagò, Direttrice generale di IIDEA: Abbiamo una presenza crescente di professionisti donne nel settore dei videogiochi, ma come addette che lavorano nelle imprese di produzione. Dal punto di vista imprenditoriale sono ancora poche. Abbiamo calcolato che ci sia un 23 per cento che lavora nella produzione, prevalentemente concentrate nell’area artistica e in quella di management e supporto, in particolare marketing”.