di Tonino Atella

Dal prof. Nicandro Silvestri, ex amministratore del Comune di Venafro ed oggi attento osservatore della situazione cittadina, ospitiamo il contributo che segue circa la maggiore tematica attualmente sul tappeto in città :  il presunto inquinamento del territorio venafrano.

L’ex docente di lettere nelle scuole statali rappresenta una voce fuori dal coro, ossia non del tutto in linea con chi sostiene che a Venafro e dintorni ci sia un inquinamento tale da incidere pesantemente su prodotti locali, aria, ambiente e salute popolare.

” Si continua a parlare -attacca l’ex amministratore municipale- di inquinamento ambientale del territorio venafrano, quantunque negli ultimi quattro anni non siano stati registrati sforamenti di polveri sottili oltre i limiti di legge. Sarebbe stato, pertanto, naturale aspettarsi un approccio diverso sulla questione almeno per rilevare che qualcosa è cambiata rispetto a qualche anno fa, anche per tentare di capire, sotto il profilo razionale prima e scientifico poi le cause che determinano gli sforamenti di polveri sottili nel nostro territorio con maggiore frequenza rispetto ad altri. Appare opportuno rilevare, a tale riguardo, che detti sforamenti non si verificano nel corso dell’intero anno solare ma solo nel periodo invernale e precisamente dalla seconda metà del mese di novembre alla prima metà del mese di febbraio successivo. Questi dati, certificati da ARPA Molise, sono, da soli, sufficienti per valutare che gli sforamenti non sono determinati principalmente dal traffico veicolare e dalle attività industriali del territorio (quest’ultime, peraltro,  quasi inesistenti), perché se così fosse gli stessi si dovrebbero verificare, a giorni variabili,  nel corso dell’intero anno solare e con maggiore intensità  nel periodo di maggiore attività produttiva e di maggiore traffico veicolare  verosimilmente da febbraio a novembre”.

Il prosieguo dell’ex docente : “E’ invece innegabile che gli sforamenti, come già detto, si verificano sistematicamente solo nel periodo invernale, complici, verosimilmente, la particolare conformazione orografica del territorio e le emissioni del riscaldamento domestico  (camini, caldaie a pellet , a legna , ecc.) in concomitanza di calma  di vento che si verifica, con frequenza variabile, nel suddetto periodo  prevalentemente nelle ore serali. Non mancano, infatti, situazioni analoghe in altri contesti del territorio nazionale. Questa chiave di lettura, ovviamente, non ha la pretesa di indicare, in via risolutiva, le cause dello sforamento atmosferico ma vuole soltanto essere un elemento di discussione che può essere condiviso o rigettato a condizione, però, che si faccia puntuale riferimento a dati oggettivi e non al solito chiacchiericcio “per sentito dire”.  Non è invece assolutamente condivisibile l’enunciazione , troppo spesso ricorrente, secondo cui  la città di Venafro ed il suo territorio sarebbero ad alto inquinamento ambientale , semplicemente perché non risultano  dati oggettivi, riferiti alle componenti ambientali,  che possano certificare tale condizione. E’ invece vero che tale enunciazione produce solo danni di immagine alla città ed al suo territorio con ricadute negative sulle sue prospettive di nuovi insediamenti produttivi e nel settore agricolo che, al contrario, vanta primati assoluti in campo nazionale  e, forse, anche internazionale per quantità e qualità di produzione”.

Ed ecco come conclude il prof. Silvestri: “Basta considerare a tale riguardo che la Piana di Venafro è servita da una rete di irrigazione che preleva acqua in prossimità delle sorgenti del Volturno e che ciò le conferisce una condizione unica, o quantomeno rara, nello scenario agricolo nazionale al fine di garantire la migliore salubrità delle produzioni”.