Una strada intitolata ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Si è svolta, ieri mattina, la cerimonia di intitolazione, ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, della strada che transita davanti al Polo Scolastico di Via Umbria a Isernia.
L’amministrazione comunale, nell’approssimarsi della Giornata della Legalità, ricorrenza che intende ricordare la strage di Capaci del 23 maggio 1992, ha voluto così rendere omaggio a due uomini che diedero la vita per la giustizia e la lotta alla mafia.
Sono intervenuti alla cerimonia il sindaco Giacomo d’Apollonio, il prefetto Gabriella Faramondi, il procuratore della Repubblica Carlo Fucci, il presidente del Tribunale Vincenzo Di Giacomo, il vescovo Camillo Cibotti e numerose altre autorità civili, militari e religiose.
Hanno partecipato, inoltre, i rappresentanti degli studenti delle scuole dell’obbligo che hanno proposto alcuni elaborati dedicati a Falcone e Borsellino, coinvolti per l’occasione dai loro dirigenti e dall’assessore comunale all’istruzione Eugenio Kniahynicki, Quest’ultimo ha coordinato l’intera manifestazione.
Questi i passi salienti del discorso tenuto dal Sindaco d’Apollonio:
«La manifestazione odierna – ha detto d’Apollonio – si rivolge in particolar modo agli studenti, per ricordare l’esempio che ci proviene da Giovanni Falcone e da Paolo Borsellino, per onorare la loro memoria ed esaltare il loro impegno civile al servizio della legalità.
Ormai le strade, le piazze, i parchi e gli edifici pubblici che sono stati intitolati ai magistrati Falcone e Borsellino sono numerosi. È la prova tangibilmente che l’Italia e gli Italiani non vogliono dimenticare il sacrificio di due altissime figure dello Stato, che agirono sempre con profondo senso della giustizia e che furono barbaramente uccise dalla mafia. Dapprima Falcone, il 23 maggio 1992; poi Borsellino, il 19 luglio di quello stesso anno.
Ragazzi, giovani studenti di Isernia, mi rivolgo direttamente a voi. Siete qui perché un fondamentale luogo di lotta alle organizzazioni criminali può essere la scuola, luogo dell’istruzione e del sapere, luogo dove ai giovani viene insegnato anche a prendere coscienza della brutalità dei crimini e del bisogno di salvaguardare la legalità.
Non è un caso, infatti, che la strada che oggi intitoliamo a Falcone e Borsellino sia quella che transita davanti al Polo Scolastico cittadino. Tale scelta ha come ragione quella di esaltare il patrimonio educativo e legarlo alle figure dei due magistrati, per testimoniare il desiderio di condividere i loro ideali, che risiedevano nella ricerca della verità e della giustizia come esigenza e dovere fondamentale per l’uomo e per il cittadino, dimostrando coerenza e coraggio, sacrificando la propria esistenza nel tentativo di creare una società migliore.
Quella contro le organizzazioni mafiose è una lotta che si affronta su più livelli. In prima linea ci sono ovviamente la Magistratura e le Forze dell’Ordine; ma è una battaglia che si può davvero vincere solo attraverso la partecipazione sia collettiva che d’ogni singolo cittadino. Ognuno può e deve contribuire, nel proprio piccolo, a fronteggiare la malavita e la delinquenza organizzata.
Ora, in questo preciso momento, ricordando Falcone e Borsellino, noi lo stiamo facendo. Lo stiamo in qualche modo realizzando perché siamo numerosi e, tutti insieme, intendiamo cogliere nell’esempio dei due magistrati un messaggio di giustizia, di concordia, di convivenza pacifica, di libertà.
Ed è questo il vero senso della nostra intitolazione; una cerimonia che in senso lato vuole ricordare, oltre ai due magistrati uccisi nel 1992, tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Vittime che, purtroppo, continuano ad essere tante, tantissime.
In chiusura, sento la necessità di ribadire come, per ogni buon cittadino, sia un dovere civile quello di conservare l’eredità umana e morale lasciataci da Falcone e Borsellino a cui, da oggi, è dedicata questa strada.
La memoria è un esercizio doloroso e difficile: ma è il solo modo che abbiamo per continuare a far vivere, almeno idealmente, chi non è più tra noi.
E la memoria che è al centro della cerimonia odierna è oltremodo impegnativa. Va custodita con attenzione e va sottratta alla retorica della ritualità, che è l’insidia più pericolosa di ogni celebrazione e commemorazione».
Al termine della cerimonia, – durante la quale hanno preso la parola anche il prefetto Faramondi, il procuratore Fucci e il presidente Di Giacomo – il sindaco d’Apollonio ha ringraziato tutti i presenti, elogiando la collaborazione dei dirigenti scolastici e complimentandosi in particolar modo con gli studenti per l’impegno e la bravura con cui hanno esposto i loro elaborati, incentrati sulla memoria di Falcone e Borsellino e sulla Giornata della Legalità.