E’ cosa risaputa : l’abbondanza di bar a Venafro.
E’ fatto che arriva da molto lontano e che attesta oggi qualcosa come decine e decine di bar in un centro con poco più di diecimila residenti e con tantissimi di passaggio sulla direttrice Tirreno/Adriatico. Ebbene siffatta abbondanza non poteva non procurare prima o poi – e purtroppo ci siamo … – problemi di non poco conto sul piano sociale.
Chiariamo subito : la stragrande maggioranza dei venafrani non è affatto contraria a bar ed attività similari, anzi ! Ne apprezza investimenti, servizi, accoglienza, economia che ne deriva e i tanti posti di lavoro che assicurano. Ma accade ad un tratto che qualcosa si inceppi ed è a quel punto che i conti non tornano più.
Dalla soddisfazione, dai sorrisi e dalle condivisioni il passo è breve sino a sfociare in contrasti sul piano sociale, civile e giuridico di non poco conto ! La premessa per dire del sostanziale tiro alla fune in corso da anni tra alcuni cittadini di Venafro residenti sul centrale Corso Campano e strade collegate e taluni titolari di bar ed esercizi commerciali dello stesso Corso.
I primi, i residenti, con tanto di carta bollata ed esposti/denunce presentati alle autorità preposte, reclamano -e ormai sono anni …- il diritto alla quiete ed alla tranquillità tra le mura domestiche, diritti a loro dire messi in forse da impianti stereo ad altissimo volume posizionati all’esterno di determinati bar senza alcun tipo di autorizzazione, oltre che dal mancato rispetto degli orari di chiusura. Tale musica eccessiva inciderebbe, è il nodo della questione, su quiete, tranquillità e riposo, negando diritti basilari e naturali a quanti vogliono riposare a casa loro, vivendo in tranquillità e senza suoni invasivi tra le mura domestiche.
L’altra “campana” : i baristi. Trattasi di lavoro, per cui si continua regolarmente a posizionare all’esterno dei locali diffusori sonori, senza stare a contenerne il volume. Si va così incontro, come accaduto di recente, a sanzioni, chiusure temporanee e multe per il mancato ossequio della normativa, ma subito dopo si riparte, come nulla fosse. Ed allora ecco venir fuori la secca replica dei residenti, a dir poco contrariati.
Parlano di mancato rispetto della legge, della non autorizzazione a posizionare diffusori sonori all’esterno di attività commerciali, del dispregio dei diritti basilari a riposo, tranquillità e quiete di tutti i cittadini e di una sorta di … “disimpegno” di talune autorità preposte, eccezione fatta per qualcuna. “Se potessimo ce ne andremmo altrove visto che i nostri diritti continuano ad essere calpestati -asserisce un abitante del Corso- ma di questi tempi vendere casa non è cosa semplice.
Ragion per cui, mentre continueremo a reclamare i nostri diritti a giudici di Tribunale ed autorità preposte, chiediamo che finalmente la convivenza civile abbia il sopravvento e che Venafro ritrovi la serenità ed il rispetto della legge negli ultimi tempi abbondantemente smarriti per colpe e responsabilità ben precise”.
Finirà una volta per tutte tale sostanziale questione ?