Un nuovo strumento di diagnostica avanzata PET
per le malattie neurodegenerative
Una collaborazione internazionale tra Italia e Cina
per uno strumento innovativo al servizio della diagnosi precoce
Una collaborazione internazionale tra l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) e la Huazhong University of Science and Technology, in Cina, ha portato allo sviluppo di un innovativo strumento PET (Tomografia a Emissione di Positroni) per lo studio delle patologie neurologiche. Questo strumento si distingue per la sua portabilità e per la possibilità di eseguire scansioni con il paziente in varie posizioni (in piedi, seduto, sdraiato), offrendo quindi maggiore flessibilità e comfort.
Il processo di sviluppo e i risultati della valutazione di efficacia del nuovo “elmetto PET” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica IEEE Transactions on Radiation and Plasma Medical Sciences. Nel lavoro scientifico vengono esaminati gli aspetti innovativi della progettazione e vengono riportati i dati degli esperimenti condotti su esseri umani, un dato fondamentale per la rapida implementazione di questo dispositivo nella pratica clinica, soprattutto nel campo della diagnosi precoce delle patologie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer.
“Il design emisferico dei rivelatori – dice Nicola D’Ascenzo, Responsabile del Dipartimento di Innovazione in Fisica ed Ingegneria del Neuromed – unito all’uso della tecnologia Multi Voltage Threshold (MVT) ci consente di ottenere immagini di alta qualità e di elevata precisione, cruciali per la diagnosi precoce di malattie come l’Alzheimer. Tra i vantaggi rilevanti dobbiamo evidenziare la possibilità di utilizzare dosi di radiofarmaco più basse e la riduzione dei tempi di scansione, fattori importanti in un quadro di attenzione al benessere del paziente.
Un risultato reso possibile dalla sinergia tra esperti nel campo della neurologia, radiologia e ingegneria medica, impegnati nella realizzazione di quello che rappresenta un notevole avanzamento nella diagnosi e nel monitoraggio delle malattie neurodegenerative. E la collaborazione prosegue, come sottolinea D’Ascenzo: “Siamo ora impegnati nel validare ulteriormente le prestazioni di imaging dell’elmetto PET, utilizzando nuovi traccianti e un maggior numero di casi clinici. Al tempo stesso stiamo progettando nuovi avanzamenti tecnologici per ottenere un contrasto d’immagine, una risoluzione e una copertura geometrica ancora migliori”.