Quasi un mese dal decesso in Nigeria del venafrano Giuseppe Oliveri del Castillo, ma questioni burocratiche impediscono il rientro della salma del 64enne geometra
Le dichiarazioni del fratello Giulio che spera nella conclusione della vicenda
E’ trascorso quasi un mese dal decesso, avvenuto per improvviso malore e quindi per cause naturali, ma continua a slittare per questioni burocratiche il rientro in Italia dalla Nigeria del corpo del 64enne geometra venafrano, ammogliato e padre di due figli, Giuseppe Oliveri Del Castillo. Familiari e congiunti, quotidianamente in contatto con Farnesina a Roma ed Ambasciata Italiana in Nigeria, continuano a prodigarsi perché la salma dell’uomo possa rientrare in Italia ma la conclusione della vicenda e quindi il rientro della salma in Italia continua a slittare, pare per questioni burocratiche. Giuseppe Oliveri Del Castillo da 40 anni lavorava nel Paese africano svolgendosi le mansioni di capocantiere in lavori di pubblica utilità. Per l’insorgere di problemi nella ditta che gli dava lavoro recentemente era rientrato in Italia, ma data la carenza occupazionale nella propria terra di origine aveva deciso di tornare in Nigeria sempre per lavoro. Era così di nuovo salito in aereo diretto nello Stato africano. Una volta in Nigeria si era sentito improvvisamente male decedendo sul colpo mentr’era ancora in aereoporto. Questo accadeva il 25 aprile scorso e da allora iniziava il calvario di parenti e familiari per riportarne il corpo in Italia. Il fratello Giulio : “Ci stiamo adoperando con Farnesina ed Ambasciata per fornire tutta la documentazione di rito, ma qualcosa continua a mancare per cui il corpo di mio fratello non può rientrare. Giuseppe è deceduto a Buggia, ma i suoi resti sono stati trasferiti all’ex Capitale Logos, dove tuttora si trovano in una cella frigorifero. Da parte nostra non possiamo che aspettare il visto e quindi l’assenso finale delle autorità nigeriane per riportare in Italia il corpo di mio fratello. L’augurio di noi tutti è che quanto prima la vicenda abbia termine”.
Tonino Atella