Una location assai suggestiva ed accogliente, il cortile di Castello Pandone, pubblico delle buone occasioni e ideale passeggiata nei tempi trascorsi con la riproposizione di “Storie e personaggi della Venafro d’altri tempi”, messa in atto da “I Venafrani per Venafro” per trasmettere le positività cittadine del recente passato. Così in estrema sintesi l’iniziativa ultima del citato movimento, tenutasi nell’accogliente cortile dello storico maniero grazie alla disponibilità del Polo Museale del Molise ed alla condivisione da parte del neo direttore del Museo Nazionale di Castello Pandone, dott.ssa Irene Spada, che aveva subito “sposato” la proposta del movimento. Grazie a siffatte componenti, è venuto fuori un pomeriggio indubbiamente positivo nel corso del quale dopo i saluti istituzionali del consigliere del Comune di Venafro Anna Maria Buono sono stati riproposti dai conferenzieri, l’ins. Maddalena Scarabeo Ottaviano ed il prof. Tonino Atella, fatti, episodi e personaggi della storia ultima della città. Si è parlato di professionisti della Venafro che fu come il dr. Antonio Virgilio, medico di base sempre disponibile a qualsivoglia intervento, della prof.ssa Maria Melone, innamoratissima del proprio lavoro di docente e delle scolaresche che le venivano affidate, dello stesso Conte Enrico Pandone che abitò e trasformò in residenza gentilizia l’antico maniero prima di finire decapitato per aver tradito Carlo V, ma anche di gente semplice della quotidianità, a loro volta significative per la ricchezza sociale ed umana che mettevano a disposizione del prossimo. Si è detto infatti del maniscalco “Cardone”, tutto dedito al lavoro, delle casalinghe Dariuccia e Angelina, che facevano dell’impegno sociale la loro regola di vita, e del sarto e sacrestano Eligio, il quale si spendeva in toto per gli altri con assoluta immediatezza. Di questi è stato ricordato l’impegno per le compagnie di pellegrini alla Madonna di Canneto e per la chiesa di Sant’Antuono, di cui era sacrestano e dove ebbe modo di conoscere nel 1911 un personaggio che diverrà poi basilare per la chiesa cattolica del secondo millennio, il 24enne Padre Pio. Con questi, è stato ricordato, Eligio strinse un ‘amicizia duratura e profonda, come dimostra la successiva corrispondenza epistolare tra i due, che non ebbero più modo d’incontrarsi, ma che si scambiarono lettere tanto significative da entrare a far parte del carteggio ufficiale della causa di beatificazione e santificazione del Frate dalle Stimmate. Il pomeriggio al Pandone promosso da “I Venafrani” è stato arricchito dagli interventi del pubblico e dalla successiva visita allo storico maniero per apprezzarne storia e peculiarità attraverso le raffigurazioni dei cavalli a rilievo e i diversi stemmi gentilizi che l’adornano.