di Pietro Tonti
E’ partito con un grande entusiasmo degli amministratori regionali la riattivazione della tratta ferrata Campobasso /Termoli. Senza manutenzione e miglioramenti ferroviari il treno freccia spuntata del Molise ha inaugurato il primo viaggio con 64 minuti di ritardo sulla tabella di marcia; il secondo giorno 74 minuti, il terzo 104 minuti di ritardo. Un peggioramento quasi esponenziale del ritardo a cui i tecnici di RFI probabilmente sono convinti che di questo passo per arrivare a Termoli dal capoluogo di regione, tra qualche settimana ci vorrà un’intera giornata.
Si è riattivata la linea senza verifiche del sistema sicurezza condotta SSC e il Sistema Sicurezza degli Impianti Semaforici. Se per esempio, ad un semaforo sulla tratta non scatta il verde, il segnale perde il punto informativo attraverso le cosiddette boe sui binari, il treno va in frenata e si ferma. Per riattivarlo, il capotreno deve chiamare il DCO il Dirigente Centrale Operativo a Napoli, che nel giro di un buon lasso di tempo dà l’ok sbloccando il segnale telematicamente.
Altro problema se non scatta la chiusura di un passaggio a livello, come accade di sovente su questa tratta, il sistema di sicurezza della condotta ferma il treno a 40 metri dal passaggio a livello e il capotreno deve chiamare sempre la centrale operativa e il dirigente deve far intervenire la forza pubblica o i tecnici di RFI per presenziare sul posto e bloccare eventuali auto che potrebbero attraversare il passaggio a livello, con ritardi incredibili in quanto la marcia a vista del treno è vietata nel momento in cui si ravvede un passaggio a livello aperto.
In questi giorni ne abbiamo sentite e viste di tutti i colori su questa tratta. All’entusiasmo degli amministratori regionali alla dura realtà dei viaggiatori costretti ad ore estenuanti per giungere nella città adriatica e perdere tutte le coincidenze per il nord e il sud.
Tra qualche mese sarà necessario adottare un wagon-lit per i pernottamenti su questa tratta, ma potrebbe essere anche l’occasione di sfruttare il ritardo atavico di una linea ferroviaria antidiluviana facendo di necessità virtù.
In questo caso abbiamo l’esempio della tratta storica, la cosiddetta “Transiberiana Molise Abruzzo”, sempre di maggiore attrazione nazionale e internazionale, con turisti disposti a riempire le carrozze per godersi i panorami mozzafiato che offre la nostra natura e nessuno si chiede quanto tempo occorre da Isernia per giungere a Sulmona, anzi si spera che ci voglia molto tempo per godersi il viaggio in estremo relax, fermandosi a ogni stazione accolti come si confà agli ospiti di eccezione.
Stessa cosa potrebbe essere proponibile nella nostra tratta Campobasso /Termoli, potrebbe diventare una vera attrazione per il turismo lento in treno e, dal capoluogo all’adriatico il tempo si può anche dilatare, ma con un vagone ristorante, l’organizzazione di un’accoglienza nei paesi più importanti porterebbe certamente nuove risorse nei comuni lambiti dalla ferrovia. Per giungere in orario tra le due città molisane, lasciamo ai bus di linea il compito che in meno di un’ora conducono i viaggiatori alle due città di riferimento. Nonostante le ben note criticità stradali, i pullman restano il vero punto di riferimento per la mobilità regionale.