In questo momento di grave emergenza occorre un intervento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che trasferisca in tempi rapidi le risorse del Fondo Nazionale Politiche sociali e del Fondo Non Autosufficienza alle Regioni per rispondere alle crescenti esigenze delle comunità locali.

Le Regioni sono in attesa di ricevere, tra le altre,  le risorse assegnate dallo Stato ai sensi del Piano Sociale Nazionale e del Piano Nazionale per la non autosufficienza. Si tratta di quasi 900 milioni di euro per il 2019 e di altrettanti per il 2020.

Per la prima annualità sono già stati approvati i rispettivi decreti di riparto, mentre per la seconda non si è ancora provveduto in tal senso.

E’ di tutta evidenza che l’attuale stato di emergenza che, per effetto delle misure di contenimento del contagio e di  distanziamento sociale, ha portato alla sospensione dei servizi nelle strutture semiresidenziali per anziani e per disabili e alla conseguente necessità di rimodulare le prestazioni

assistenziali alle famiglie ed alle persone interessate, richiede da parte del Ministero competente l’immediato trasferimento delle risorse già disponibili sul bilancio statale.

L’interruzione dei servizi diurni ha provocato un enorme incremento del carico di cura sulle famiglie che hanno al loro interno congiunti in situazione di disabilità grave e gravissima e di non autosufficienza.

Penso, in particolare, ai tanti ragazzi e giovani con lo spettro autistico, la cui gestione è già di per se complicata e complessa in un contesto di socializzazione più esteso quale può essere quella di uno spazio aggregativo o in un centro diurno dedicato, figuriamoci  come tutto diventi più complicato quando ci si viene a trovare “ristretti” nel solo contesto familiare e in ambienti circoscritti e soggetti a isolamento.

Appare necessario condividere con gli Ambiti Territoriali Sociali e con i gli Enti di Terzo settore ( cooperative sociali e associazioni) che fin qui hanno programmato e gestito gli interventi in regime di semiresidenzialità, misure di assistenza domiciliare e servizi da remoto ( supporto psicologico, azioni educative a distanza, attività di animazione) in grado di affrontare, in attesa del superamento dell’emergenza e del ripristino delle attività ordinarie, le esigenze dei disabili e delle famiglie interessate.

E’ ovvio che azioni di questo tipo comportano, per i soggetti gestori, costi più elevati in ragione della necessità di disporre di un numero più consistente di operatori qualificati e di garantire a questi ultimi e agli utenti tutte le indispensabili misure di sicurezza.

Per tali ragioni riveste carattere di assoluta urgenza disporre delle risorse assegnate dallo Stato per il   2019   a   valere   sul   Fondo   per   la   non   autosufficienza   e     realizzare   un   percorso   condiviso Ministeri/Conferenza delle Regioni e ANCI che possa portare alla rapida definizione del riparto per il corrente anno e al trasferimento tempestivo degli importi previsti alle Regioni.

Rispetto al Fondo non autosufficienza, proprio per sostenere, almeno in parte, i maggiori oneri posti a carico dei bilanci regionali e degli Enti locali, determinati dalla necessità di riorientare ed implementare l’offerta dei servizi, è necessario incrementare il Fondo degli attuali 580 milioni.

Risulta ampiamente insufficiente l’indirizzo di impegno del Governo di implementare le risorse di altri 50 milioni.

Quale Coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni/PA ribadisco l’urgenza di arrivare, già in sede di recepimento parlamentare del Decreto legge 17 marzo 2020, n.18 (CD Cura Italia), alla rimodulazione del Fondo per la non autosufficienza per il 2020 con un cospicuo  stanziamento aggiuntivo.