Campobasso. “La ‘rivolta’ degli ingegneri della provincia di Isernia non può essere ignorata. Gli enormi disservizi causati dal trasferimento del personale dagli uffici della Regione ha comportato una serie di reazioni a catena di cui l’assessore Roberto Di Baggio deve rispondere in prima persona”. E’ questo il commento del capogruppo in Regione dei Popolari per l’Italia, Andrea Di Lucente, alla richiesta di audizione immediata inoltrata dal presidente dell’ordine degli Ingegneri di Isernia, Domenico Cimorelli, al presidente della Regione Toma e all’assessore Di Baggio. Richiesta che ha fatto seguito ai forti disservizi avuti dopo lo spostamento dei dipendenti delle sedi periferiche della Regione.

“Lo spostamento dei dipendenti regionali dalla sede di Isernia è di una gravità fuori dal comune. Lo è ancora di più se, come riferito dall’assessore Di Baggio, nessuno sapeva nulla. La notizia in sé è inquietante, ma lo è ancora di più la spiegazione non richiesta fornita dell’assessore. Che si è sgravato da ogni addebito, addossando la colpa su un non meglio precisato dirigente – spiegano ancora i Popolari per l’Italia -. Se l’iniziativa è stata presa da un dirigente, come riferito da Di Baggio, senza che lui o che la parte politica ne fosse stata informata è inaudito: vuol dire che la struttura decide senza coordinamento, senza un indirizzo, cosa del tutto irrituale.

La struttura della Regione ha da sempre collaborato con la parte politica avendo, tutti insieme, come unico interesse quello dei molisani. Allora perché una decisione così repentina e senza che nessuno ne fosse avvertito? Se fosse vero, ci sarebbe un serio problema di ‘governo’ e di indirizzo che investe la parte politica.

Se, invece, l’iniziativa ha una regia politica, allora le scuse per scaricarsi da ogni responsabilità di Di Baggio sono di pessimo gusto. Da qualsiasi angolazione la si guardi, insomma, l’assessore non fa una bella figura. Anzi. E i disservizi che ha causato non possono passare sotto traccia. Ne dovrà rispondere davanti ai molisani e davanti al consiglio regionale”.