La Pasqua, inteso come periodo festivo, termina per tutti il Lunedì in Albis, ossia il giorno dopo la domenica pasquale. Già al martedì si torna al lavoro e quindi alla normalità delle cose. Proprio per tutti vanno così le abitudini ? Non esattamente, per la verità ! Per i venafrani infatti ci sono altre 24 ore di festa, di divertimento e di svago, ossia si continua a festeggiare anche il martedì dopo Pasqua col tipico e tradizionale “ cummit’ “, dialetto venafrano che sta per “ convivio “, cioè la cosiddetta gita fuori porta che tanti venafrani, soprattutto i giovani, amano trascorrere tra i millenari uliveti del Campaglione, distendendosi sul verde naturale della zona, consumando pietanze tipiche pasquali ed intrattenendovisi  sino alle prime ombre della sera tra musica, canti, giochi ed un sacco di sorrisi. Dove e come nasce “ i cummit’ “ del martedì dopo Pasqua a Venafro ? Risale ai tempi di nonni e trisavoli, quando prevalevano agricoltura ed artigianato, per cui ci si ritagliava su misura divertimento, socializzazione e momenti di sano e rilassante riposo. Non c’era cioè l’assillo del pubblico impiego o dell’intransigente datore di lavoro, per cui il contadino e l’artigiano venafrani dei tempi andati con le rispettive famiglie usavano protrarre la festa pasquale di 24 ore per distendersi tra gli uliveti dei loro antichissimi avi, ritrovarsi coi compaesani, divertirsi un mondo e consumare i resti del pranzo pasquale, il cosiddetto “ rsticc’ “, innaffiato da tanti bicchieri di frizzante rosso locale mentre risuonavano fisarmoniche, chitarre e ugole cittadine. La bellissima ed originale tradizione “ ri’ cummit’ venafran’ “ tiene tuttora, anche se oggi i suoi protagonisti non sono più le famiglie come avveniva una volta ma prevalentemente i giovani ambosessi della città che dal primo mattino salgono al Campaglione per trascorrervi ore di assoluto riposo, svago e divertimento assieme ad amici e coetanei. Usanza quindi che resiste, anche se con interpreti diversi, e che anche martedì prossimo vedrà centinaia di ragazzi venafrani non disertare “ i’ cimmit’ “ per una giornata a contatto con la natura e differente dalla solita ruotine quotidiana. Un’unica raccomandazione ai prossimi giovani protagonisti “ ri’ cummit’ venafran’ “ 2018 : lasciate puliti e in ordine, così come sono stati trovati al mattino, i plurisecolari uliveti del Campaglione, portando via plastica, bottiglie, vetro, lattine e quant’altro non ha nulla a che vedere con la bella e storica natura dei millenari uliveti dei nostri avi. Il rispetto dell’ambiente sarà sinonimo di educazione e cultura da parte delle future generazioni della città. E allora, buon  “ cummit’ “ a tutti !

 

Tonino Atella