“Fin dall’aprile 2019 i verbali dei tavoli interministeriali tenutisi sulla sanità molisana hanno evidenziato una certezza: la grave crisi in cui versa il sistema sanitario pubblico regionale è da attribuirsi in gran parte ai cospicui extra budget riconosciuti alle strutture private accreditate presenti sul territorio, soprattutto in merito alle prestazioni erogate a pazienti residenti in altre regioni.
Negli ultimi dodici anni, le casse dei privati accreditati hanno potuto beneficiare di fiumi di denaro grazie a una classe politica regionale, di centrodestra e centrosinistra, che, invece di garantire il diritto alla salute a tutti i molisani ha preferito saccheggiare le risorse e i servizi della sanità pubblica per concederli ai privati”. A dichiararlo Rosa Alba Testamento, Portavoce molisana del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati.
“Rispetto, quindi, a quanto acclarato in sede ministeriale – continua la Portavoce pentastellata – suscita indignazione il deposito, in sede di Decreto Legge Rilancio, da parte delle colleghe molisane Tartaglione e Occhionero di due emendamenti, praticamente uguali, che in caso di approvazione consentirebbero agli Istituti di Ricovero e Cura a carattere Scientifico operanti nelle regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario, come il Molise, di poter derogare ai limiti di spesa previsti dalla normativa vigente per quanto riguarda l’erogazione di prestazioni sanitarie in favore di pazienti proveniente da altre regioni.
A tal riguardo – prosegue – faccio un appello al deputato europeo e proprietario di Neuromed Aldo Patriciello, maggior beneficiario a livello regionale dell’eventuale approvazione dei due emendamenti, affinché contatti le due deputate e chieda loro di ritirarli. Faccio questa richiesta perché nelle ultime settimane lo stesso Patriciello ha richiamato in più occasioni le parole di unità e concordia pronunciate dal Presidente della Repubblica Mattarella e il suo monito a remare tutti dalla stessa parte in questo momento di grande difficoltà; ora ha l’occasione di dare concreta attuazione a quelle parole, remi nella direzione giusta e si renda finalmente protagonista di un atto d’amore verso la propria terra e i suoi corregionali, che vogliono poter ritornare a fare affidamento anche su una sanità pubblica efficiente e di prossimità.
Lo vogliono ormai tutti i molisani tranne, a quanto pare, Tartaglione, Occhionero e qualche pseudo giornalista locale, che appare più interessato ad accontentare i propri finanziatori piuttosto che a garantire una corretta e completa informazione ai cittadini. Sono sicura che l’eurodeputato non vorrà lasciarsi sfuggire l’opportunità di dimostrare ancora una volta quella “generosità” che non perde occasione di ricordare.
“Presentare emendamenti di questo tipo significa non voler dare risposte alle istanze dei cittadini, non aver compreso le attuali criticità del sistema sanitario nazionale, messo tragicamente a nudo dalla pandemia che purtroppo stiamo ancora vivendo, e ignorare le battaglie per la difesa della sanità pubblica condotte dai cittadini molisani. In Molise la sanità pubblica deve essere riorganizzata e potenziata sia per fronteggiare al meglio un eventuale nuovo innalzamento dei contagi e garantire piena sicurezza e assistenza di tutti i pazienti, sia per assicurare una rete di emergenza urgenza e medicina territoriale capace di dare risposte efficaci alla domanda di salute dei cittadini molisani. Bisogna farlo avendo sempre l’articolo 32 della Costituzione come unica stella polare. In quest’ottica il progetto del Commissario ad acta Giustini di trasformare l’ospedale di Larino in struttura Covid e centro interregionale pubblico di malattie infettive è pienamente condivisibile e da sostenere.
Il mio impegno è stato continuo in questo senso e la mia posizione è nota da tempo, ribadita anche il 18 marzo scorso, quando ho inviato una richiesta ufficiale al Ministro della Salute Speranza, al Capo della Protezione Civile Borrelli e allo stesso Commissario ad acta per la riconversione dell’ospedale di Larino a centro Covid e la riapertura e riqualificazione di quegli ospedali che sono stati depotenziati per restituirli alle esigenze e alla vita dei territori” – conclude Testamento.