A Roma, proprio in queste ore, sta succedendo di tutto e decisioni impegnative vengono prese per l’uscita del nostro Paese dalla tragedia del virus e dalla crisi economica in cui ci avvoltoliamo da tempo. Sarà per le risorse, cospicue, in arrivo dall’Europa, sarà perché non siamo mai caduti così in basso e, a questo punto, non possiamo che risalire, … sta di fatto che, in fondo al tunnel, si comincia ad intravedere una luce.
Le parole d’ordine sono su tutti i giornali: blocco dei licenziamenti e incentivi alla nuova buona occupazione, ammortizzatori sociali per assicurare un reddito ai lavoratori sospesi dal lavoro, valorizzazione dell’ambiente, ricostituzione di filiere produttive con un forte vincolo al territorio, politiche di favore per far ripartire il sud, anzitutto il sud.
Non è certo questo il momento, per chiunque tiene al Molise, per smobilitare, per guardare altrove (normalmente al nostro ombelico), per chiudere tutto ed andare in vacanza.
Ora, se una idea positiva per il settore del turismo ce l’abbiamo, la dobbiamo tirare fuori. Se qualcosa pensiamo di fare per riqualificare l’azione della nostra disastrata sanità, adesso dobbiamo muoverci. Se i troppi lavoratori precari li vogliamo davvero stabilizzare, dobbiamo agire.
Solo un esempio, che valga per l’intero complesso produttivo. Se qualche possibilità di ricostituzione della filiera avicola si presenta all’orizzonte, va coltivata, verificata, supportata. Adesso, non quando ci saranno, nuovamente, i lavoratori ex Gam sotto le finestre di via Genova. Se non ci attiviamo, se aspettiamo che tutto faccia, con lentezza e senza alcuna guida, il proprio corso… siamo spacciati: a fine anno gli ammortizzatori ordinari ma anche quelli Covid saranno terminati, i licenziamenti ritorneranno possibili, gli incentivi all’occupazione e per lo sviluppo di attività imprenditoriali saranno destinati ad altri.
Questo è un appello ai parlamentari molisani, agli amministratori locali, persino alle forze sociali e della rappresentanza del nostro territorio: si sta alzando un po’ di vento, una lieve brezza che da tempo non avvertivamo, come Sindacato confederale vogliamo che diventi un forte vento, capace di spazzare via i nuvoloni della crisi economica e del disagio sociale. Ma nel frattempo, noi molisani, cominciamo a tirare su le nostre vele, verifichiamo la rotta, riprendiamo il nostro viaggio.