Non possiamo assistere alla distruzione del sistema sanitario e ancora una volta ci appelliamo al buon senso e all’umanità di chi ha il compito di decidere su una questione tanto delicata come quella della salvezza dei malati.

Serve semplicemente che con grande responsabilità si ponga al centro delle decisioni la persona e i suoi diritti superando logiche contabili e burocratiche.

In Molise la sanità e le procedure per l’accesso alla cura non possono essere più penalizzate, né diverse da quelle adottate in altre regioni.

 E oggi, naturalmente, mi riferisco alla questione radioterapia, poiché rispetto a quanto si apprende dalle notizie diffuse dalla stampa le procedure imposte recentemente costituiscono di fatto una complicazione burocratica che rallenta il sistema e quindi i tempi di attesa per accedere alla prestazione. E spesso, si sa, la variabile tempo può essere fatale per il successo della terapia stessa.

 Non si umilino i malati oncologici già fragili e provati dalla malattia devastante: è per il rispetto della loro dignità e dei loro diritti che chiediamo ancora una volta attenzione!

Queste persone non possono essere abbandonate al loro destino e devono sentirsi protette nella loro terra, senza elemosinare altrove cure che possono ricevere in Molise presso i nostri centri di eccellenza.

La sanità non è un mercato e i malati non sono merce! A dispetto di questa sanità di serie B riservata al sud, trasformiamoci piuttosto in una regione di accoglienza dei malati anche da fuori regione; non ci sarà nessun problema di budget o di tetti di spesa se si pagano le strutture accreditate solo dopo aver riscosso dalle altre regioni.

 Potremmo cambiare il verso delle cose e il destino della sanità e dei malati, passiamo ad accogliere, curare e rispettare la vita, progettiamo un nuovo modello di assistenza e cura che punti a un indotto virtuoso di attività legate all’accoglienza, aumentando anche le entrate economiche regionali, garantendo i livelli occupazionali e ovviamente i LEA.

Auspichiamo che tutte le parti, compreso il sindacato, si possano incontrare intorno ad un tavolo per definire percorsi e soluzioni che superino le attuali divisioni e criticità.