L’europarlamentare molisano, Aldo Patriciello, ha scritto una lettera aperta a Stefano Parisi, ex candidato sindaco del centro-destra, che in una recente intervista ha sostenuto la necessità di ‘tagliare’ il Molise, che ha meno abitanti di un quartiere di Milano.

“Un’argomentazione – ha affermato Patriciello – che tiene banco ogni qualvolta si discute del riassetto delle autonomie regionali, quasi a voler sottolineare come sia l’esistenza della Regione Molise la causa principale delle difficoltà economiche dell’Italia e degli sprechi della pubblica amministrazione. Non è sulla base di un mero calcolo statistico degli abitanti che una Regione diventa ‘sostenibile’ o meno dal punto di vista economico. Così stando le cose, la Val D’Aosta, con i suoi 128mila residenti, sarebbe di gran lunga più insostenibile del Molise”.

“Un Molise che, è bene ricordarlo, ha un reddito pro-capite di gran lunga inferiore a quello della Valle D’Aosta; che non ha nessuna autostrada, zero aeroporti e una rete ferroviaria obsoleta e senza l’alta velocità. Una Regione che, a differenza della Valle D’Aosta, non gode del privilegio di avere uno Statuto Speciale e di poter dunque trattenere nel proprio territorio la maggior parte dei tributi riscossi.

Non sono dunque i singoli parametri statistici a poter delineare la necessità di riassetto territoriale delle nostre regioni. Al contrario, le autonomie di piccole entità territoriali come il Molise e la Valle D’Aosta, trovano la loro ragion d’essere proprio nelle loro specificità storiche e geografiche, in un’Italia che ha soprattutto nei suoi innumerevoli piccoli comuni – piuttosto che nei grandi centri urbani – la spina dorsale della propria identità collettiva”.

“La mia – ha aggiunto Patriciello – non vuole essere – una difesa d’ufficio o una rivendicazione dai contorni campanilistici. Come parlamentare europeo conosco a fondo l’importanza ed il ruolo che le macroregioni rivestono in un’Europa sempre più integrata ed alle prese con le difficoltà storiche ed economiche degli ultimi anni. Allo stesso tempo sono perfettamente consapevole che il tema di una possibile revisione del numero complessivo delle Regioni è un tema su cui è necessario ragionare, senza alcun pregiudizio di sorta e con la dovuta attenzione politica”.