Superbonus, la soprintendenza del Molise Vieta gli impianti fotovoltaici
Dall’entrata in vigore del cosiddetto Superbonus 110%, finalizzato all’efficientamento energetico dei fabbricati, la Soprintendenza del Molise sta di fatto impedendo la realizzazione degli impianti fotovoltaici, facendo venire meno l’importante apporto di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e, a cascata, il mancato utilizzo di pompe di calore,
di sistemi di accumulo e di colonnine di ricarica per autoveicoli elettrici o ibridi.
Al riguardo ho ricevuto segnalazioni – e me ne faccio portavoce – da parte di numerosi colleghi progettisti, imprenditori edili e utenti interessati ad accedere ai benefici statali del Superbonus. Nello specifico la Soprintendenza sta esprimendo i pareri di sua competenza con la prescrizione che: “l’impianto fotovoltaico sia “integrato” ed i pannelli da installare non siano riflettenti e di colore azzurro o nero, bensì di colore marrone o rosso cotto, simile alla tonalità di colore del manto di copertura”. Addirittura, nei centri storici, la prescrizione è: “che non vengano realizzati i previsti impianti fotovoltaici in quanto risultano di forte impatto visivo dalle pubbliche vie”. Il risultato è che, di fatto, sta vietando l’installazione di impianti fotovoltaici.
Gli impianti con caratteristiche conformi alle prescrizioni della Soprintendenza, infatti, risultano essere molto più costosi e meno performanti dei comuni impianti ed il loro approvvigionamento presenta tempi molto più lunghi.
La spesa da sostenere per l’installazione degli impianti prescritti supera di gran lunga i limiti di spesa consentiti dal Superbonus 110% (2.400 €/KWp), con la conseguenza che molti contribuenti stanno rinunciando del tutto all’impianto fotovoltaico. Ciò comporta anche la mancata installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e la mancata installazione di pompe di calore, con la conseguenza che, per il riscaldamento degli edifici, si continuerà ad utilizzare generalmente il metano.
A ciò si aggiunge il fatto che, a parità di potenza, un impianto fotovoltaico realizzato secondo le prescrizioni della Soprintendenza, avrebbe bisogno di un considerevole maggior numero di pannelli, con un impatto visivo che probabilmente sarebbe ancora maggiore.
Tutto questo avviene nonostante recenti sentenze del Consiglio di Stato, secondo cui “la sola visibilità di pannelli fotovoltaici da punti di osservazione pubblici non può configurare ex se un’ipotesi di incompatibilità paesaggistica, in quanto la loro presenza sulla sommità degli edifici non è più percepita come fattore di disturbo visivo” e la produzione di energia elettrica da fonte solare, che si ricorda viene agevolata dallo Stato con il Superbonus 110%, “è essa stessa attività che contribuisce, sia pur indirettamente, alla salvaguardia dei valori paesaggistici”.
La Soprintendenza del Molise evidentemente va controcorrente, ma la speranza è che abbia un ripensamento per consentire una parità di trattamento tra i cittadini italiani.