di Irnerio Musilli

Il servizio sanitario nazionale, nella regione Molise ci offre una sanità con due principali modelli di strutture sanitarie. Da una parte, gli ospedali della tradizione, quelli a cui siamo abituati da sempre e dall’altra strutture sanitarie e cliniche convenzionate.

Gli ospedali sono amministrati con il denaro pubblico e i dirigenti ed il personale provengono dalla pubblica amministrazione, mentre le altre strutture convenzionate sono in parte amministrate con il denaro pubblico ed in parte da altri proventi.

Irnerio Musilli malato di Sla, voce autorevole della nostra redazione, con il presidente Toma

I proprietari di solito sono imprenditori e i dirigenti sono manager provenienti dal privato. I pifferai magici della politica ci hanno sempre detto che queste due tipologie di strutture sanitarie, completandosi ed integrandosi fra esse, avrebbero fornito alla popolazione molisana un servizio sanitario degno di tal nome . Cominciando ad analizzare la prima tipologia di struttura, cioè gli ospedali pubblici e partendo da un qualsiasi pronto soccorso, si evidenzia da subito la cronica carenza di personale di qualsiasi qualifica funzionale; da qui partono una serie di inadeguatezze che portano il personale a lavorare sotto stress ,a non reggere il ritmo frenetico di quel luogo di lavoro ed approcciarsi nel modo sbagliato al malato.

Passando poi in un qualsiasi reparto è evidente una sorta di apatia che coinvolge tutti i lavoratori del settore, il loro motto lavorativo potrebbe essere “andamento lento” e nel guardare alcuni atti e azioni lavorative esse ricordano molto il famoso moviolone di Aldo Biscardi. E invece, nelle strutture convenzionate, per intenderci quelle private, si nota la stessa carenza di personale e i poveri malcapitati presenti, lavorano tanto e soprattutto con un ritmo molto accelerato.

Essi sembrano più che dei lavoratori di una corsia socio-sanitaria, degli atleti in procinto di battere dei records di atletica leggera. A questo punto basta solo sollecitare il comune buon senso che appare evidente una grossa anomalia: tanta freneticità e tanto lavoro cozzano tremendamente con quello che dovrebbe essere l’obiettivo primario di una struttura del genere: la cura e l’attenzione meticolosa per il malato.

Con attenzione particolare, devono essere analizzati i servizi di radiologia di questi due tipi di strutture sanitarie, in quanto qui si effettuano risonanze magnetiche e T.A.C. che sono basilari per una diagnostica moderna.

Negli ospedali pubblici, le apparecchiature sono moderne, i tecnici ed i medici radiologi sono di ottimo livello ma, rispetto alla richiesta dell’utenza, vengono effettuati quotidianamente un numero tale di esami che si possono contare sulle dita di una mano.

A tal proposito si vorrebbe chiedere ai direttori sanitari e ai direttori amministrativi come essi intendono ammortizzare il solo costo delle apparecchiature, lavorando in questo modo.

Dall’altra parte, cioè nelle strutture convenzionate e private, le apparecchiature sono di ultima generazione e i tecnici di radiologia lavorano a pieno regime eseguendo un altissimo numero di esami, lavorando anche durante la notte, smaltendo le richieste dell’utenza in breve tempo, tanto che le liste di attesa non vanno oltre i sette-dieci giorni.

Fin qui sembrerebbe tutto perfetto, ed invece anche questa volta subentra una evidente carenza. L’enorme quantità degli esami effettuati (RMN e TAC) vengono refertati da giovani specialisti radiologi che in un tempo preciso devono effettuare questo meritato servizio. La risultanza è che vengono emessi referti che appaiono degli scarni bollettini medici, in quanto,  mancando il tempo materiale, i Radiologi  non possono attenzionare con la dovuta accuratezza immagini, luci ed ombre.

Ne consegue che spesso, quando il paziente va dallo specialista con il CD ed il referto che non sembrano evidenziare nulla, invece può ricevere delle sgradite sorprese. A questo punto è chiaro ed evidente che una sanità, quella pubblica, volutamente viene frenata ed invece l’altra sanità quella convenzionata e privata, viene nettamente favorita.

Ma ambedue mostrano lacune e carenze. Questo è il frutto di un particolare tipo di politica, dove diventano protagonisti “gli amici degli amici” e dove persiste l’atavica abitudine “che una mano lava l’altra” la quale, con sbalorditiva meraviglia, perdura in questo territorio, per cui la popolazione ha la netta sensazione che una piccola piovra molisana con i propri tentacoli riesca ad arrivare proprio ovunque.

Con questo scenario, ha fatto bene il commissario Giustini ad indirizzare le ispezioni dei carabinieri NAS presso alcuni reparti di noti ospedali della regione; peccato però che la sua incisività sia stata unidirezionale, trascurando completamente le strutture sanitarie convenzionate della sanità privata. Solo chi è affetto da procurata cecità indotta riesce a non notare le evidenti carenze, mancanze ed insufficienze che emergono in questo tipo di sanità.

Indirizzare le ispezioni anche in questa direzione sarebbe giusto, sia per una sorta di par condicio morale, sia perché anche qui circola buona parte del denaro pubblico. Queste ispezioni, con la cristallina operatività dei carabinieri NAS renderebbero edotti gli organi di controllo sulla reale situazione delle varie strutture sanitarie, inoltre, alzerebbero il livello di attenzione da parte dei dirigenti e del personale, ed infine contribuirebbero sicuramente ad un innalzamento della qualità delle strutture stesse.

Purtroppo siamo in Molise e tutto quello che si deve fare non lo si fa, siamo maglia nera quasi in tutto e forse per primeggiare si dovrebbe indire una speciale classifica per “l’inciviltà”.

A tal proposito, circola ormai da tempo la grave notizia che nei meandri dell’apparato regionale sia scomparsa la cospicua cifra di 4 milioni di euro destinati esclusivamente alla sanità.

I radar dell’economia e finanza li hanno persi di vista e non si sa bene se, e come sono stati impiegati; e pensare che in una semplice fabbrica che produce pezzi metallici da assemblare, al minimo impercettibile errore il pezzo viene accantonato e chi ha provocato l’errore viene adeguatamente redarguito; ma qui siamo in Molise ed è evidente che malati, malattie gravi ed anziani meritano meno attenzione che un assemblaggio di componentistica metallica.