Campobasso – L’umanizzazione è un aspetto importante della sanità moderna, tanto da rappresentare un indicatore attendibile per misurarne il grado di efficienza.
La definizione ricorrente, elaborata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), individua l’umanizzazione come la “capacità di rendere i luoghi di cura e le pratiche medico-assistenziali aperti, sicuri e senza dolore, conciliando politiche di accoglienza, informazione e comfort con percorsi assistenziali il più possibile condivisi e partecipati con il cittadino”.
La Regione Molise, attraverso la Direzione generale per la Salute, il coordinamento scientifico del direttore Lolita Gallo e la collaborazione di Agenas e CittadinanzAttiva, ha promosso il Progetto di ricerca “La valutazione partecipata del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero”, il cui scopo principale è stato quello di misurare analiticamente quanto fosse “umanizzato” il sistema ospedaliero molisano. Una sperimentazione che ha coinvolto direttamente cittadini, operatori della sanità regionale, comunità locali. Nello specifico, sono state costituite équipe miste composte da operatori sanitari e cittadini volontari che hanno misurato “sul campo” il grado d’umanizzazione attraverso strumenti validati da Agenas. Tramite una checklist, infatti, le Strutture ospedaliere pubbliche e private regionali (il Cardarelli di Campobasso, il Veneziale di Isernia ed il San Timoteo di Termoli, l’IRCCS Neuromed, la Fondazione Giovanni Paolo II, le Cliniche di Villa Maria, Villa Ester e GEA Medica) sono state valutate anche grazie alla dinamica collaborazione delle Associazioni di volontariato Avas, Avo, Avis, Armida Barrelli, CittadinanzAttiva e Iris.
Le attività e risultati di questo progetto sperimentale sono stati resi noti nel corso di un workshop divulgativo, organizzato da CittadinanzAttiva Molise e patrocinato da Regione Molise e Agenas, che ha avuto luogo ieri a Campobasso, presso l’Hotel San Giorgio.
«Il Progetto di valutazione partecipata del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero – afferma il presidente Toma – ci offre un ulteriore elemento di analisi della situazione sanitaria regionale. Siamo partiti dalla considerazione che esista una forte relazione tra luoghi di cura, pratiche medico-assistenziali e pareri degli assistiti».
«Stiamo lavorando – prosegue – sin dal nostro insediamento, per porre il cittadino-paziente al centro del Sistema sanitario regionale. Migliorare l’assistenza anche da questo punto di vista, infatti, produce ricadute sicuramente positive che possono ottimizzare le prestazioni sanitarie».
«Grazie ai risultati che sono stati presentati nel corso del seminario di ieri e agli spunti interessanti venuti fuori dal confronto – rimarca Toma – possiamo ora immaginare di lavorare meglio per l’organizzazione del sistema, tenendo in considerazione anche i rilievi posti dai cittadini».
«In definitiva – chiosa il governatore – questo progetto rappresenta un piccolo ma importante esempio di come istituzioni, strutture, associazioni e cittadini possano interagire, perseguendo un obiettivo comune: migliorare i servizi sanitari, ponendo la persona al centro del sistema».