Vero che i governi di destra e del PD da anni pongono assurdi tagli e paletti antioperai e antisociali ai servizi locali, ma la notizia per cui la Provincia di Isernia non potrebbe stabilizzare gli ex operai cantonieri precari diffusa di recente, è un’autentica bufala fondata sul nulla.

Nei prossimi giorni, unitamente al Comitato ex Operai Cantonieri precari “Osvaldo Pallotta” , al loro portavoce Izzo e al loro rappresentante sindacale Di Schiavi, stabiliremo la data di presentazione pubblica della mozione consiliare che sarà formalizzata a breve presso l’ente: in essa si dimostrerà, dati alla mano, la sussistenza di tutti i presupposti giuridici e finanziari per impegnare il Consiglio Provinciale a procedere alla stabilizzazione dei n.33 operai part time in lotta nell’ambito del fabbisogno triennale 2018/2020, secondo il piano ivi indicato.

Veniamo alla dimostrazione del rispetto dei parametri giuridici, da noi illustrata al tavolo del 6 marzo scorso e non contestata dalla Provincia, alla presenza del Presidente della Regione Frattura, che ha assunto il ruolo di “mediare” tra le parti.

Per la stabilizzazione in questione , in base all’art.20 del D. lgs.75/2017 è possibile assumere in deroga ai limiti ordinari per l’importo pari ad € 209.661,33 (ammontare medio della spesa per lavoro flessibile nel triennio 2015/2017 come da attestato della Provincia n.3802/2018) che corrisponde a n.16,5 unità.

Le altre 16,5 unità, raggiugendo così il totale di n.33, possono essere stabilizzate utilizzando i margini assunzionali ordinari stabiliti dai commi 844 e 845 art. 1 Legge205/2017, come prescritto dal citato art.20.

Ed infatti, a seguito della legge di riordino, la spesa del personale di ruolo della Provincia fu ridotta del 50% passando da 5 milioni 534 mila euro a 2 milioni 767 mila euro, importo, quest’ultimo, assunto come nuovo limite massimo per le sole funzioni fondamentali tra cui in primis la viabilità.

Viste le delibere n.51/2015 e n.38/2016, nonché la nota dell’ente n. 1171/2018, rispetto al suddetto limite residua un margine assunzionale ordinario di € 226.913,00 che corrisponde a ben 17,86 unità (dunque oltre ciò che si richiede).

Veniamo agli altri parametri ordinari: il limite della spesa del personale di ruolo pari al 20% delle entrate correnti è rispettato avendo la Provincia entrate correnti superiori ai 13 milioni (come da bilanci in atti). Ma, quand’anche per assurdo si volesse negare tale parametro, il citato comma 845 consente la deroga, se si abbassa dal 100% al 25% l’utilizzo della quota assunzionale che residua dal risparmio per cessazioni nel 2017 e nel triennio 2014/2016. Stante l’attestazione dell’ente n. n.3802/2018 tale risparmio è stato di € 1.034.316,00 per cui 25% di tale importo è sufficiente a coprire ben 20,35 unità (dunque ben oltre i 16,5 richiesti).

Riepilogando:16,5 unità sono da stabilizzare con la deroga di cui all’art.20 della “Legge Madia” e le altre 16,5 unità nel rispetto dei margini ordinari, per un totale di 33.

In quanto alle entrate correnti (da non confondere con quelle in conto capitale per le opere) sono già programmabili per il 2018 in oltre 17 milioni di euro: 9 milioni e 934 mila di fondi erariali (fonte Ministero dell’Interno), inclusi 1 un milione e 200 mila aggiunti dal 2018 per le funzioni fondamentali in primis la viabilità; 6 milioni 476 mila di entrate proprie e 588 mila euro regionali (fonte: bilanci dell’ente), inclusi i 110 mila euro del 2018 ottenuti dal Presidente Frattura grazie alla lotta del Comitato operaio allo scorso tavolo del 6 marzo.

Per questi operai, indispensabili per la manutenzione viaria e piano neve, primaria funzione della Provincia attualmente deficiente, la spesa ammonta a 419 mila euro: solo il 2% delle entrate correnti, peraltro a fronte di oltre 5 milioni specificamente vincolati per legge allo scopo.

Dunque nessun ulteriore pretesto sarà tollerabile: il sig. Coia -presidente della Provincia – la smetta con il suo atteggiamento antioperaio e anticomunista, la smetta di diffondere notizie del tutto infondate, la smetta di presentarsi ai tavoli solo per dire “NO”, fare insulti gratuiti e gettarla in caciara, peraltro fuori dal contegno che un ruolo istituzionale seppur borghese imporrebbe, senza fornire alcuna seria argomentazione e confutazione della nostra piattaforma operaia, fondata su dati oggettivi.

E in ogni caso la sinistra o è anticapitalista dalla parte dei lavoratori o non è.

Lì, 20/03/2018

P.C.L. Sezione del MOLISE