Nei giorni scorsi è apparsa sui quotidiani locali la notizia di un ordine del giorno “peraltro accolto come raccomandazione” del deputato M5S On. Rosalba Testamento sul sistema di finanziamento delle prestazioni sanitarie rese dal privato accreditato.

L’ordine del giorno recita: “Per le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario, come il Molise, il governo si è impegnato a valutare l’opportunità di limitare l’acquisto di prestazioni sanitarie di assistenza ambulatoriale e ospedaliera da enti privati accreditati entro il budget assegnato, precludendo per queste regioni la deroga di spesa prevista nella legge di stabilità 2016 per i cittadini residenti in Regioni diverse da quelle di appartenenza”.

Sul punto, corre l’obbligo fare alcune considerazioni:

  1. Un tale ordine del giorno – decisamente incostituzionale – determinerebbe una evidente disparità di trattamento tra le regioni del centro-sud in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia, Calabria e Molise) e le regioni non in piano di rientro (in sostanza quelle del nord Italia);
  2. Il diritto di scelta del paziente di andarsi a curare dove vuole e quando vuole verrebbe palesemente violato determinando una evidente disparità di trattamento tra Sud e Nord Italia.
  3. Soprattutto un tale ordine del giorno sarebbe, altresì, incostituzionale perché concretizzerebbe la modifica delle regole di compensazione solo per le regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia, Calabria e Molise). Davvero inaccettabile. Un sistema di regole può essere cambiato tramite una legge finanziaria ma deve valere per tutte le Regioni d’Italia, e non solo per alcune.

Infine, alcune precisazioni:

  1. Le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini residenti in regioni diverse dal Molise rese entro il budget non sono affatto anticipate dal Molise, bensì remunerate con le somme incassate dal sistema di compensazione per le prestazioni sanitarie rese due anni prima (le prestazioni erogate nel 2019 sono remunerate, tra gli altri, con gli incassi – avvenuti nel 2019 – delle prestazioni sanitarie rese nel 2017);
  2. L’extrabudget non viene affatto riconosciuto subito, bensì a distanza di due anni come avviene in tutte le regioni d’Italia;
  3. L’erogazione di prestazioni sanitarie a cittadini residenti in regioni diverse dal Molise determina un ulteriore vantaggio per le casse regionali atteso che le stesse sono:
    1. remunerate alla regione Molise (in sede di compensazione) con la tariffa unica di compensazione (TUC), il cui valore è mediamente superiore al tariffario regionale;
    2. remunerate alla struttura sanitaria con il tariffario regionale, determinando un ulteriore risparmio per le casse regionali.

Approvare un tal ordine del giorno significherebbe per la regione Molise perdere nel bilancio regionale un ricavo annuo di circa 20 mln/euro[1].

Impoverire ancor di più il ns. piccolo Molise è proprio quello di cui non abbiamo bisogno!

AIOP Molise

[1] Fonte. DCA Regione Molise 52/2016 approvato con Legge 96/2017, art. 34 bis.