di Pietro Tonti

Gli ospedali “sono ormai vicini al collasso, per carenza di personale e mancanza di posti letto a fronte dell’abnorme afflusso di malati per la rapida e vertiginosa diffusione dell’infezione da Covid. Non vanno dati messaggi che sminuiscono la situazione”. E’ l’allarme lanciato, in una lettera aperta, dai medici internisti, geriatri e infermieri di Medicina interna. La situazione ospedaliera, affermano, “è drammatica”.

Nel Molise non stiamo vivendo su Marte e se da tutta Italia giunge questo grido d’allarme non possiamo noi dormire certamente sonni tranquilli. Nonostante l’ottimismo del Presidente Toma, e la continua sdrammatizzazione di un quadro a tinte fosche rappresentato dalla sanità pubblica regionale in tutte le sue sfaccettature del DG Florenzano. I dati sono eloquenti e non lasciano spazio a quella visione rosea che oggi diventa fuori luogo.

In questa nostra regione, l’evoluzione del virus dal primo di Novembre ad oggi ha fatto registrare dati mai visti nella prima ondata di marzo/aprile 2020. Il primo novembre avevamo 22 ricoveri in Malattie infettive del Cardarelli oggi ne abbiamo 55 con un reparto gestito a fisarmonica come afferma Toma, dove si aggiungono nuovi posti letto in base alle esigenze.

Sempre il Primo di Novembre si registravano 40 decessi per covid, oggi a 12 giorni di distanza il numero dei morti è giunto a 61. 21 molisani sono scomparsi per lo più non sono arrivati in terapia intensiva, sono morti nel reparto di Malattie Infettive del Cardarelli. Si tratta di anziani ultra 80enni, ma si registra anche la morte di un 50enne e di un 61enne.

Una media elevata di decessi, in maggioranza provenienti dalla provincia di Isernia, vera fucina del contagio nei primi giorni di novembre. Le terapie intensive sono quasi sature con sette posti occupati da pazienti Covid al Cardarelli. Si cerca di non mandare in saturazione questo reparto fondamentale che dispone solo di 10 posti letto, ma se il trend del contagio crescerà nelle prossime settimane la saturazione è certa, ponendo a repentaglio anche la cura di malati no Covid che hanno bisogno di terapia intensiva.

Ad aggiungere benzina sul fuoco della sanità regionale c’è il dramma per tante famiglie barricate in casa, in attesa di tampone da giorni; la penuria di personale medico e infermieristico che pesano sull’emergenza come un macigno sul lavoro negli ospedali anche nel Molise. C’è poco da essere ottimisti e tanto da essere realisti ed alzare il livello di guardia. Le uniche ad essere giustificate per  fiducia e ottimismo in questa fase, possono essere solo  le agenzie di pompe funebri che nel Covid intravvedono un roseo futuro economico.