Ieri sera all’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone sono stati presentati la Rete assistenziale e il Percorso diagnostico terapeutico delle malattie reumatologiche.
Presenti, il presidente Paolo di Laura Frattura, il direttore generale della Salute, Lolita Gallo e, per l’Asrem il direttore generale Gennaro Sosto, il direttore amministrativo Antonio Forciniti, e il direttore sanitario Antonio Lucchetti.In apertura dei lavori il reumatologo Franco Paoletti ha illustrato il progetto che ora si concretizza e che ha come punto di riferimento proprio Agnone.
“Questo è un progetto che cade in un momento particolare e non voglio che venga sminuito come propaganda elettorale – ha esordito -. Oggi vediamo i risultati di un lavoro partito da lontano: facemmo un primo tentativo nel 2010 che però fallì.
Negli ultimi anni invece la Regione ha dato vita ad un gruppo di lavoro e mi ha incaricato come coordinatore di questo gruppo al quale hanno partecipato tutti i reumatologi della regione. Dopo un lungo lavoro questo percorso è arrivato al traguardo e dunque oggi non possiamo non ringraziare il governo regionale che con determinazione lo ha portato fino in fondo, fino alla firma del decreto.
Agnone è riconosciuta come centro di riferimento, ma non c’è nessun progetto verticistico. Il progetto vuole l’assistenza reumatologica uguale in tutta la regione, da Termoli a Campobasso e Isernia. Quindi nessuno domina e l’obiettivo è una solo: dare subito risposte concrete ai cittadini.
Le malattie reumatiche – ha poi evidenziato Paoletti – non sono malattie semplici come molti credono. Sono malattie molto complesse e hanno bisogno di un’organizzazione, di una strutturazione, al pari di altre discipline come la cardiologia, la pneumologia, l’ortopedia. Non sono malattie di serie C”.
Il presidente Frattura nel suo intervento ha elogiato il progetto per la reumatologia che si concretizza e ha colto l’occasione per parlare anche del futuro dell’ospedale di Agnone. “Dopo cinque anni – ha detto – e considerando il primo incontro che avemmo qui in ospedale a Agnone, devo dire che, adesso, a fine legislatura, c’è una atmosfera sicuramente diversa. Il mio ringraziamento va al dottore Paoletti per aver costruito questa iniziativa con l’integrazione e l’interazione direttamente con i pazienti.
Avevamo detto che non avremmo chiuso l’ospedale e così è stato. Grazie allo sblocco del turnover abbiamo ora la possibilità di tornare ad investire soprattutto sul personale, perché senza personale diventa difficile garantire l’assistenza. L’ospedale di area disagiata per noi ha un senso quando l’area disagiata non ha più un recinto territoriale regionale, ma diventa punto di riferimento interregionale.
Per questo andiamo a consolidare un percorso avviato con la Regione Abruzzo che ci porta a definire un accordo di confine, una intesa tra le nostre regioni che è in attesa di approvazione da parte del Tavolo Tecnico a Roma. La Regione Molise partecipa con la struttura e le eccellenze presenti, mentre l’arricchimento, in termini professionale e sanitario, arriva dalla Regione Abruzzo che viene ad investire nella struttura di area disagiata.
“Quindi grazie agli operatori dell’ospedale di Agnone – ha concluso il presidente – soprattutto per la qualità del rapporto che, malgrado le premesse particolarmente effervescenti dell’inizio, quando provavamo a spiegare che cosa la struttura commissariale intendeva mettere in campo per la riorganizzazione, ci hanno dato fiducia e noi un po’ alla volta, mi auguro, potremmo rispondere alla fiducia ricevuta con la concretezza degli interventi”.