Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in tempo di guerra, successo per la giornata di approfondimento promossa dell’Istituto scolastico ‘John Dewy’ di San Martino in Pensilis
È stato un vero successo, caratterizzato da grande partecipazione e coinvolgimento degli studenti, l’evento “I diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in tempo di guerra, da Liliana Segre ai nostri giorni”, svoltosi presso l’Istituto scolastico comprensivo ‘John Dewey’ di San Martino in Pensilis.
Quanta strada resta ancora da percorrere affinché la parità di genere possa dirsi effettivamente raggiunta? Quali sono gli ostacoli che ancora oggi sono presenti lungo questo cammino? Quali sono i diritti dei minori costituzionalmente riconosciuti ed in che modo questi possono essere garantiti, soprattutto in un contesto particolare come quello bellico? Quesiti che sono stati affrontati nell’Auditorium della Scuola primaria, in occasione della Giornata internazionale della donna.
Ad organizzare il riuscito appuntamento è stata la Dirigente scolastica Immacolata Lamanna. Gli studenti della scuola primaria e della scuola secondaria sono stati coinvolti in un interessante confronto durante il quale – prendendo spunto dalle celebrazioni per la ricorrenza dell’8 marzo – si è parlato, più in generale, di tutela dei diritti, affrontando tematiche legate all’emergenza dettata dalla guerra, con donne e bambini costretti a fuggire dai propri Paesi, e alla complessità della tutela dei diritti dei minori.
Ad aprire gli interventi è stata l’avvocato Laura Greco, Sindaco di Ururi, che ha sottolineato: “Sulla tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi, molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare. Perché purtroppo dalla storia impariamo poco o niente. Ricordo che Liliana Segre ha sempre detto che abbiamo il dovere di ricordare che il male incombe. E i nostri giorni testimoniano proprio quello che lei sosteneva. Vediamo, infatti, che tutto quello che è successo nel passato si sta ripetendo in maniera puntuale e precisa. Ho visto un’immagine che mi ha riportato alla mente quelle dei tempi del nazismo, con i treni che portavano ad Auschwitz: l’immagine di un padre che lascia andare suo figlio sul treno. Oggi dobbiamo, perciò, chiederci, se i diritti li abbiamo conquistati effettivamente o se siano solo belle parole e nulla più”.
Subito dopo è stata la volta dell’avvocato Valentina Flocco, Assessore alla Cultura e all’istruzione del Comune di Portocannone, che ha posto l’accento su alcuni aspetti legati al ruolo della donna ai giorni nostri. Come, ad esempio, la possibilità di attribuire il cognome della madre ai figli. “I miei figli – ha esordito – hanno entrambi il doppio cognome. Il nostro ordinamento consente questa possibilità. In Spagna è possibile farlo al momento della registrazione della nascita dei figli, e credo che questa possibilità debba essere introdotta anche nel nostro ordinamento. Attualmente, da noi, occorre presentare domanda in Prefettura. Spesso, però, non siamo coscienti dei mezzi che abbiamo a disposizione per rafforzare il ruolo della donna e i suoi diritti. Nel nostro ordinamento costituzionale la tutela della donna è molto forte. Ma non ovunque e non sempre è così. Penso alle donne che abbandonano i loro territori per raggiungere l’Occidente”.
Di parità di genere ha parlato la dottoressa Tiziana D’Adderio, Vicesindaco di San Martino in Pensilis. “Proprio questa mattina, guardando le notizie, osservavo l’immagine di uomini seduti intorno ai tavoli delle trattative per il conflitto in Ucraina. Erano solo uomini: una cosa che rattrista, perché indica che non abbiamo ancora raggiunto la parità di genere. Le donne non sono ancora arrivate ad avere gli stessi diritti. Secondo le stime degli esperti, in Italia ci vorranno altri 100 anni per raggiungere un’effettiva parità. La giornata dell’8 marzo ci ricorda che, se abbiamo ancora bisogno di celebrare ricorrenze di questo tipo, il conseguimento dell’uguaglianza di genere è ancora lontano. Perciò mi rivolgo a voi ragazze, che sarete le donne del futuro, chiedendovi di lottare per i vostri diritti”.
La dirigente scolastica, professoressa Immacolata Lamanna, ha voluto sottolineare l’importanza del diritto alla speranza e un mondo senza guerre, raccontando la leggenda delle Gru della Pace. Una storia che ha per protagonista una ragazzina giapponese, Sadako Sasaki, che aveva due anni quando esplose la bomba ad Hiroshima. “Crescendo – ha spiegato la Dirigente scolastica – Sadako si affermò nell’atletica ma a 12 anni, dopo una gara, scoprì di essere malata. Le fu diagnosticata la leucemia, che i giapponesi chiamano ‘la malattia della bomba atomica’”. Essendo a conoscenza della leggenda secondo la quale creando mille origami a forma di gru fosse possibile far avverare un desiderio, la ragazza cercò di realizzarne il più possibile, ma morì a 12 anni. “Mentre realizzava le gru, esprimeva anche il desiderio della Pace nel Mondo. Io scriverò Pace sulle tue ali, è la frase di Sadako, e tu volerai in tutto il Mondo”.
La dottoressa Leontina Lanciano, Garante regionale dei Diritti della Persona, nel suo lungo intervento ha affrontato il delicato tema della tutela dei diritti di bambini e ragazzi. “Il primo passo per un effettivo rispetto dei diritti dei minori è rendere i minori stessi consapevoli di possedere dei diritti e di conoscerli. Per favorire tale consapevolezza, come Garante ho voluto realizzare un passaporto dei diritti dei minori, contenente gli articoli della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia. Tra i diritti più importanti, ritengo che una rilevanza particolare sia da attribuire al diritto di ogni minore ad essere ascoltato in tutte le scelte e le decisioni che lo riguardano direttamente. Penso, ad esempio, alle situazioni in cui bambini e ragazzi devono essere sottoposti a cure e trattamenti terapici: le loro volontà devono essere tenute nella giusta considerazione. Proprio per sensibilizzare gli operatori sanitari e il personale medico su tale aspetto, come organismo di Garanzia ho ritenuto necessario realizzare un Codice etico per i minori alla salute e ai servizi sanitari, che troverà applicazione presso tutte le strutture ospedaliere regionali”. La dottoressa Lanciano ha poi chiesto ad alcuni studenti di leggere alcune lettere sulla Pace scritte dai ragazzi di una scuola secondaria di Roma e indirizzate, virtualmente a Biden e Putin, per dire ‘No alla guerra dei grandi’. “Spero che gli adulti che parlano spesso con grave leggerezza dei fatti dell’Ucraina – ha commentato la Garante – delle scelte di Putin e delle mosse di Biden si facciano toccare da queste giovani voci e vedano con i loro occhi sinceri, ma anche acuti, l’orrore che ha colpito milioni di persone. E chissà che i potenti del mondo non raccolgano un’eco di questi pensieri di timore e di speranza”.
Il programma è proseguito con la premiazione del Concorso letterario ‘Un viaggio nella memoria con Liliana Segre’: gli studenti delle terze classi della Scuola secondaria hanno avuto la possibilità di proporre un proprio scritto, in forma di lettera destinata alla senatrice italiana. Obiettivo: confidare all’autrice del volume ‘Scolpitelo nel vostro cuore’ le riflessioni e le emozioni che la storia delle sue vicende personali ha suscitato loro. In aula sono stati letti i tre testi scelti dalla giuria: quello di Federica Salvatore (vincitrice del concorso), quello di Asia Pastò e quello di Marino Mazzocchetti. Con grande lucidità e sensibilità, i ragazzi hanno affidato i propri sentimenti alle parole, riuscendo a dare una lettura mai banale e molto acuta del male che circonda ogni uomo
Le studentesse e gli studenti della Classe di Pianoforte dell’Istituto comprensivo, guidate dal professore Tiziano Albanese, hanno eseguito alcuni brani selezionati per evidenziare la figura femminile. “La finalità – ha precisato il docente – è stata quella di porre l’accento sulla parità dei diritti attraverso un linguaggio universale, quello della musica, che non ha bisogno di traduzioni”.