Salviamo l’Afasev! La Regione Molise si attivi subito per non lasciare soli i più deboli

di Christian Ciarlante

La Regione non puo’ lasciare soli i ragazzi dell’Afasev, persone che hanno bisogno di cure costanti, di aiuto e sostegno economico per condurre, tra mille difficoltà, una vita dignitosa.

Ma, al di là delle promesse non mantenute, si è ben lontani dal risolvere il problema per ragioni a noi sconosciute. Agli ospiti della struttura deve essere garantito il diritto alla salute. Non possiamo considerarli invisibili e ricordarci di loro, esclusivamente, in occasione delle festività. Non saranno le passarelle dei politici o le foto di rito, a dare un sostegno concreto a chi vive in una condizione di svantaggio sociale che dipende dalla disabilità.

I responsabili dell’Afasev, insieme agli operatori sanitari, hanno fatto i salti mortali per assistere nel migliore dei modi i pazienti. La chiusura definitiva del centro comporterebbe problemi di natura assistenziale e metterebbe in difficoltà tante famiglie che, da sole, non sarebbero in grado di garantire le dovute cure sanitarie al paziente. Gli appelli alle istituzioni, per trovare una soluzione rapida al problema, cadono costantemente nel vuoto. Con la pandemia le cose si sono complicate ulteriormente, al punto che la struttura è chiusa da dicembre 2020, a seguito di un cluster Covid che aveva contagiato ospiti e operatori sanitari.

Oggi, i pazienti, sono temporaneamente ospitati nella casa di riposo Maria Gargani di Isernia, dove gli viene garantita tutta l’assistenza necessaria. Genitori e familiari sono molti preoccupati a causa delle gravi difficoltà finanziarie esistenti, ragion per cui temono il peggio per il futuro dei loro cari.

Hanno tentato di tutto per far ripartire il centro, arrivando a tassarsi, in attesa di un contributo mai arrivato da parte di Regione e Comune di Isernia. Come detto, tante le promesse ma in concreto si è palesato solo il nulla. Eppure, le politiche per la non autosufficienza e la disabilità, coprono gli interventi sanitari e di assistenza socio-sanitaria dedicati alle categorie fragili e ai malati cronici.

Con l’intento di razionalizzare, semplificare e creare un quadro coerente delle politiche di settore, la Legge di bilancio 2020 ha istituito un fondo a carattere strutturale denominato “Fondo per la disabilità e la non autosufficienza”, con una dotazione di 200 milioni di euro per il 2021 e di 300 milioni di euro annui a decorrere dal 2022. Nonostante i fondi stanziati tutto è fermo e, il grido di aiuto rivolto al governo regionale, sembra non sortire nessun effetto.

Le persone con disabilità vivono, allo stato attuale, doppiamente la segregazione ma non possono gridare al mondo il loro malessere. Non sostenere adeguatamente, le persone più fragili, fa sì che ci troviamo di fronte ad un ulteriore fattore di discriminazione. Non possiamo definirci una società civile se non ci occupiamo degli ultimi, ma questo sembra essere il segno distintivo del tempo che viviamo.