La notizia diffusa dal Presidente della Provincia di Isernia, circa il “congelamento” della vertenza ex operai cantonieri, è basata su un equivoco: l’emendamento bloccato dal Senato riguarda il divieto delle procedure assunzionali ordinarie, giammai la procedura di reclutamento speciale per il superamento del precariato, ex art.20 D. Lgs 75/2017 di cui stiamo rivendicando l’applicazione e che è ben altra cosa. La norma speciale, ricordiamo, prevale su quella generale.
Proprio per dirimere tale confusione sotto il profilo tecnico-giuridico, tramite il CSA Molise è stato chiamato in causa il Ministro della funzione pubblica il quale invero ancora non fornisce alcuna risposta; ciò sta anche a significare che allo stato non v’è alcuna conferma della interpretazione fornita dal vertice Provincia di Isernia e che dunque la eccezione da noi sollevata contro tale interpretazione fornita è quanto meno molto seria oltre che -per parte nostra – ben fondata.
In quanto ai vincoli finanziari, ribadiamo che l’art.20 citato consente deroghe nel caso di specie e soprattutto che le risorse vanno individuate tra quelle vincolate alle funzioni fondamentali delle province, tra cui ovviamente quella della manutenzione delle strade e del piano neve.
Non solo: la mobilitazione operaia ha anche strappato un impegno da parte della governatore regionale di intervento finanziario a supporto della Provincia di Isernia per tale attività, quale vero e proprio investimento regionale fondato sulla necessità di evitare il maggior danno derivante dai pericoli delle strade insicure.
In ogni caso la stabilizzazione dei 30 operai cantonieri part-time al 50% comporta una spesa annuale di 388 mila euro, cioè solo lo 0,22 per cento (!!!) del bilancio provinciale corrente che riporta 17 milioni di spese correnti. Molto meno di quanto assorbe “l’apparato dirigenziale” e la funzione di segreteria, esse si spropositate per un piccolo ente.
E tutto ciò è paradossale per un ente che ha come funzione fondamentale proprio l’attività degli operai cantonieri, gettati ex abrupto in disoccupazione, dopo aver lavorato per anni accumulando un prezioso patrimonio di professionalità per il servizio essenziale della manutenzione stradale e del piano neve.
Ma a prescindere dalle suddette questioni “tecniche e locali”, il cuore del problema rimane che solo la lotta continua dei lavoratori può ribaltare le legislazioni antioperaie del governo nazionale e l’azione antisociale dei loro epigoni e governanti locali: escludere dalla nuova procedura di stabilizzazione dei precari proprio questi ex operai della provincia legati ad un servizio pubblico fondamentale, è una evidente dimostrazione del carattere antisociale di queste politiche di governo al servizio dei grandi capitalisti e banchieri, di destra come di centrosinistra, ormai al limite della pura follia.
Noi continueremo a sostenere fino alla fine questa battaglia operaia esemplare della nostra provincia, che nel suo “piccolo” ripropone la grande necessità di costruire un percorso di lotta che porti ad un governo dei lavoratori, unico in grado di cambiare le cose e di rimuovere le ingiustizie imposte dal sistema capitalistico ormai giunto al capolinea.
29/11/2017 IL COORDINATORE DEL P.C.L. MOLISE
Tiziano Di Clemente