Che fine abbia fatto l’idea, peraltro ampiamente condivisa, di riformare i Consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise, non è dato saperlo, eppure la Legge di riordino di questi enti sub regionali, doveva essere, secondo le promesse elettorali di Frattura, uno dei maggiori interventi riformativi che si sarebbero dovuti fare.
La storia dei Consorzi industriali del Molise, con le radici aggrappate esclusivamente alle evoluzioni politiche regionali più che alle capacità gestionali e programmatiche di chi è stato chiamato a guidarli, è da tempo giunta al capolinea. Tanto che, come detto, si è voluto pensare ad un importante progetto di riforma che il Governatore Frattura ha trasformato in una propria bandiera, sollecitando più volte, la costituzione dell’ARSAP, l’Agenzia Regionale per le attività produttive che avrebbe dovuto eliminare i Consorzi Industriali.
Lo stesso Governatore diceva nel novembre 2013, “Verranno accorpati in un’unica Agenzia i tre Consorzi Industriali molisani. Sviluppo industriale, arriva l’Arsap: un’agenzia regionale unica a servizio delle imprese molisane”. Secondo la proposta di riforma, infatti l’Agenzia regionale per lo sviluppo delle attività produttive sarà l’unico ente a occuparsi della gestione e della fornitura dei servizi a sostegno delle iniziative imprenditoriali presenti e future. Una proposta che doveva rivoluzionare l’odierno assetto in capo ai tre Consorzi per le aree di sviluppo industriale esistenti rispondenti, soprattutto, alla costante richiesta di efficienza e allo snellimento burocratico oltre alla riduzione dei costi.
Lo stesso Governatore conclude “con l’istituzione dell’Agenzia andranno in liquidazione i tre Consorzi Industriali. Per consentire l’immediata applicazione della legge saranno sciolti gli organi consortili e verrà nominato un commissario straordinario per ogni Consorzio. “Proseguiamo sulla strada della semplificazione a garanzia di efficienza e risposte certe alle istanze del mondo produttivo regionale. Con questa proposta di legge – conclude Frattura –, poniamo un altro tassello importante e riconoscibile nel processo di riforma generale pensato e condotto a beneficio dell’economia e della crescita del nostro Molise”.
Ma non più tardi di qualche giorno fa, il Commissario del Consorzio Industriale di Isernia-Venafro fa pervenire un invito di convocazione che, richiamando lo Statuto invita a rieleggere il Consiglio Generale, il Presidente dell’Ente e il Comitato Direttivo. Tutto questo, come se finora nulla fosse accaduto, e la nomina dei Commissari, in tutto questo tempo sia stata semplicemente una trovata della Giunta Regionale. Delle due l’una, o qualcuno ha cambiato idea non considerando più necessaria questa riforma e ciò sarebbe grave perché l’iter è già intrapreso e il Consiglio Regionale non si è ancora espresso definitivamente, oppure qualcun altro gioca con un mazzo di carte truccato.
La chiarezza non è soltanto una dote che in situazioni simili dovrebbe rappresentare la buona amministrazione, ma anche il rispetto che si deve ai cittadini che non possono essere presi per il naso. Non si spiega, cioè, perché, si sia deciso di ricominciare tutto daccapo e, soprattutto, senza che né l’Assessore Regionale alle Attività Produttive, né il Governatore, dicessero qualcosa in merito. La nascita dell’ARSAP, l’Agenzia regionale per lo sviluppo delle attività produttive del Molise, deve significare, per questa Regione, il passaggio sostanziale verso una politica seria di programmazione industriale e un reale incremento delle attività produttive.
Il perdurare della crisi, purtroppo, ha evidenziato, se mai ve ne fosse ancora bisogno, il ritardo col quale siamo giunti nel capire che certe logiche non erano più possibili, in un contesto in cui, per sopravvivere ed essere al passo coi tempi, non serve soltanto occupare una poltrona, ma muoversi per cercare e trovare le migliori opportunità. Chiedo al Governatore Frattura e all’Assessore Veneziale, di porre rimedio a questa situazione, che altro non significa se non rinnegare la volontà finora espressa, di rimediare all’immobilismo dei consorzi e della loro assenza nelle discussioni e nelle decisioni riguardanti l’occupazione e quindi il destino di tanti lavoratori molisani.”