di Pietro Tonti

Che il Covid 19 sia un virus notturno e come la befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, è un inedito non dimostrato dalla scienza, ma parrebbe per il Governo e per molti presidenti di regione che di notte il virus, come uno zombie uscito dalla bara, si aggiri nelle città e nei paesi per mietere vittime, per contagiare.

Non si spiegano altrimenti le restrizioni notturne, in cui si paventa il coprifuoco dalle ore 21:00 addirittura e la chiusura di pub, ristoranti e quant’altro alla mezzanotte, mentre di giorno tutte le attività possono restare aperte. I bus, i treni e le metropolitane intasate di gente e tutti a scuola.  Nei bar nei luoghi frequentati da tutti da sempre, si è liberi di accedere di giorno  senza grosse restrizioni, basta dotarsi della mascherina e adoperarsi al lavaggio delle mani, con i disinfettanti diventati  in ogni attività delle divine acquasantiere.

Anche il blocco notturno per lo spostamento della gente in alcune regioni, dove torna necessaria l’autocertificazione e bisogna dimostrare l’urgenza della propria mobilità, farebbe intendere che il virus è diventato una sorta di vampiro.

Siamo certi e consapevoli che qualcosa non sta più funzionando e il Governo si sta arrampicando sugli specchi con il sapone, pur di indicare delle strade percorribili per non bloccare l’economia in un altro dannosissimo lock down.

In questo contesto, si cercano vittime economiche meno rilevanti. Nella ribalta esponenziale del contagio, sotto i colpi dei DPCM cadono i locali notturni. Le popolazioni chiuse in casa di notte in attesa del passaggio dell’Angelo della Morte, come in Egitto Mosè annunciava la morte dei primogeniti e del figlio del Faraone di biblica memoria, così i nostri governanti vogliono lasciare il segno del loro passaggio terreno, blindando di notte e solo di notte città e comuni, limitando la libertà personale degli italiani, quando la maggioranza dorme, ben consapevoli che si tratta di effetti blandi, iniqui per arginare la diffusione del virus, ma in egual misura queste restrizioni tra qualche secolo diventeranno proverbiali, un vero inno all’imbecillità.

La schiera di consulenti, pagati profumatamente dall’attuale esecutivo governativo ha partorito ancora una volta un topolino. E lo scarica barile governativo, in questa seconda ondata ricade sulle regioni e i comuni, lasciando libero il governo Conte da assumere decisioni manicomiali.

Le tensioni sociali prendono corpo nelle grandi città metropolitane, sono direttamente proporzionali alle paventate restrizioni che di giorno in giorno si inaspriscono e vanno nella direzione di una chiusura totale.

Suonano veritiere le parole del nostro presidente Toma: “non possiamo chiudere nel Molise, non moriremmo di Covid ma di povertà”. Un concetto che dovrebbe amplificarsi con una grande eco. Un altro lock down mieterebbe vittime economiche peggio di uno tsunami,  non solo nella nostra regione, ma in tutta Italia, mentre ci stiamo incamminando nel baratro, la gente confusa alza la protesta, ma la notte si dorme!