Campobasso, 21 febbraio 2019 – Livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali garantiti su tutto il territorio nazionale, trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle regioni collegato esclusivamente a oggettivi fabbisogni territoriali, ripartizione del Fondo perequativo con criteri inversi alla densità demografica, finanza decentrata sulla base della necessaria correlazione tra funzioni e risorse: sono i punti cardine della mozione sul regionalismo differenziato, approvata dal Consiglio regionale del Molise, che ha raccolto e sintetizzato quattro posizioni politiche contenute in altrettanti documenti presentati sull’argomento.
«Va sottolineata la maturità del Consiglio nel fare sintesi e convergere su una mozione unitaria. Tutti hanno fatto un passo indietro per far fare un passo avanti al Molise», commenta il presidente Toma, al quale spetta, in ragione del mandato ricevuto dal Consiglio, far sentire la voce del Molise sui tavoli della Presidenza del Consiglio dei ministri e su quelli della Conferenza delle Regioni. Un compito delicato che, invero, il governatore sta svolgendo dallo scorso mese di luglio in Conferenza delle Regioni e nei diversi incontri istituzionali che si sono susseguiti con i rappresentanti del Governo. Tra l’altro, i documenti che sono stati predisposti dalle regioni del Sud hanno recepito a tutto tondo le tesi formulate da Toma.
«Con i colleghi delle altre regioni meridionali – ricorda il presidente – abbiamo condiviso l’imprescindibilità del finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni nelle regioni con minore capacità fiscale. Ciò al fine di assicurare un corretto funzionamento del sistema di redistribuzione interregionale delle risorse ed evitare un decentramento che vada ulteriormente ad accentuare il divario tra i territori».
«Le regioni – prosegue – hanno un ruolo strategico nel processo di definizione dei nuovi assetti istituzionali e, in particolare, sulle forme di autonomia differenziata da attuare sulla base dell’art.116, comma III della Costituzione. Per una piccola regione come il Molise, non si può prescindere dal presupposto che vengano assicurate azioni improntate alla adeguatezza e alla sussidiarietà, in ossequio ai principi costituzionali di solidarietà economica e sociale, dignità e uguaglianza».
Sulla convergenza che si è registrata in Consiglio regionale, Toma ribadisce quanto da lui sostenuto a Palazzo D’Aimmo: «Sul regionalismo differenziato non esistono bandiere. Siamo di fronte a un tema che interessa chiunque viva nelle nostre regioni, indipendentemente dall’appartenenza politica».
«Come ho precisato in aula – spiega – il voto favorevole alla mozione non è assolutamente da interpretare come un’azione politica contro il Governo centrale. Significa semplicemente offrire degli spunti di riflessione alla gestazione di una riforma importantissima, il cui esito finale deve puntare alla realizzazione di un progetto di solidarismo e coesione sociale che non lasci indietro nessuno nel Paese».
«È fondamentale – chiosa Toma – che la problematica venga affrontata, dibattuta e sviscerata in tutti i suoi molteplici aspetti prima che il provvedimento riguardante le regioni che hanno chiesto l’autonomia arrivi in Parlamento, dove non è più emendabile. Per questo motivo, sulla base del mandato affidatomi dal Consiglio regionale, vigilerò con molta attenzione sui successivi step procedurali, affinché le istanze del Molise vengano recepite dalla Conferenza Stato Regioni».