Regionalismo differenziato, alla luce della discussione di ieri in Consiglio regionale. All’interno, le dichiarazioni dei portavoce del MoVimento 5 Stelle.
La discussione sul tema del Regionalismo differenziato ha messo in mostra ancora una volta le spaccature interne al centrodestra. L’apice della discordia è stato raggiunto quando l’assessore regionale Luigi Mazzuto, attaccato da consiglieri della maggioranza, ha ricordato che, in Molise, la Lega ha appoggiato il governatore Toma alle elezioni regionali perché nel suo programma ci sono regionalismo e autonomia. Il presidente ha smentito, ma la polemica basta a far capire quanto il centrodestra sia un progetto politico fallimentare alla base.
Ma veniamo al Regionalismo differenziato. Siamo ancora in una fase iniziale della discussione, ma alcuni punti devono essere chiari. “Il trasferimento di funzioni dallo Stato alle Regioni non deve essere un modo per sbilanciare l’erogazione di servizi essenziali a favore delle regioni più ricche – ha detto il portavoce M5S Angelo Primiani – Il MoVimento 5 Stelle è favorevole a un processo di autonomia a patto che sia solidale e cooperativo, anzi allo stato attuale, il MoVimento è l’unica garanzia per la difesa del Meridione. Prova ne è lo stato delle negoziazioni tra le tre regioni e i vari dicasteri. Ad ogni modo, il MoVimento porterà il dibattito in Parlamento che, quindi, sarà oggetto di una discussione pubblica e trasparente nella convinzione che, quando si interviene su principi costituzionali di tale portata, è necessario accompagnarli con percorsi culturali di formazione e informazione altrettanto importanti”.
“Il principio sancito nell’articolo 5 della Costituzione – ha ricordato la portavoce M5S Patrizia Manzo – recita: ‘La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.’ I Padri costituenti, consapevoli delle varietà territoriali e politiche del nostro panorama sociale, hanno scritto questo principio spiegando che solo tramite la pluralità delle voci, ovvero riconoscendo e promuovendo le autonomie locali, si può arrivare a una unica volontà: l’Italia una e indivisibile. Per non compromettere la coesione sociale, politica e istituzionale della Repubblica, è chiaro che un regionalismo cooperativo, ossia partecipato nei processi decisionali, e quindi un’autonomia positiva che garantisca rapporti più equilibrati tra centro e periferia, può dare impulso a una rinnovata autonomia degli enti locali”.
“Per quanto riguarda la nostra Regione – ha aggiunto il portavoce M5S Vittorio Nola – appare evidente, da un lato l’assenza di procedure e regole certe sulla disciplina dei rapporti tra Regioni che chiedono maggiori autonomie, dall’altro la necessità di un riequilibrio delle normative vigenti sull’attribuzione di risorse e trasferimenti statali, rimasti ancorati a princìpi e percentuali che non tengono conto del crescente divario economico sociale e infrastrutturale dei nostri territori”.
“Siamo certi – ha detto il portavoce M5S Andrea Greco – che un Regionalismo differenziato che possa in qualsiasi modo nuocere al Molise e alle altre regioni del Sud, non vedrà mai la luce fin quando il MoVimento 5 Stelle sarà al governo. Sgombriamo il campo da questa paura, perché a livello costituzionale, qualsiasi norma dovesse essere elaborata dal Parlamento in contrapposizione con l’attuazione del combinato disposto degli articoli 116 e 119, sarebbe immediatamente cassata dalla Suprema Corte”.