“Siamo a un punto cruciale per il futuro della nostra Regione, in Molise è quanto mai necessario prendere atto di questi numeri e mettersi subito al lavoro… Auspichiamo, poi, in una ripresa della politica industriale nazionale, dove dobbiamo farci trovare pronti con una “politica industriale regionale” dinamica, così da superare gli storici ritardi strutturali dell’apparato produttivo meridionale: la vera sfida è coniugare le politiche attive con le politiche industriali.”
“Questa dichiarazione la resi l’8 novembre 2017, in occasione del rapporto Svimez di quell’anno. Ebbene, a distanza di 24 mesi, non possiamo che constatare che in maniera puntuale il rapporto di quest’anno riafferma i ritardi del Mezzogiorno ed evidenzia le disuguaglianze territoriali, sociali e occupazionali.”
Cosi la Segretaria della UIL Molise, Tecla Boccardo.
“Il 2019, infatti, vede il Sud entrare in «recessione», con un Pil stimato in calo dello 0,2%, a fronte del +0,3% del Centro-Nord (+0,2% la media nazionale).
E purtroppo, come ci aspettavamo, continua ad allargarsi il gap occupazionale tra Sud e Centro-Nord, che nell’ultimo decennio è aumentato dal 19,6% al 21,6%. Dinanzi ai dati pubblicati, uno dei più forti è che i posti di lavoro da creare per raggiungere i livelli del Centro-Nord sono circa 3 milioni, anche secondo il nostro Centro Studi.”
“Il filo conduttore del rapporto è dunque una confermata «debolezza»: demografica; occupazionale, soprattutto nella componente femminile; sociale; nella crescita; di infrastrutture; delle risorse nazionali della coesione; dell´efficacia e la lentezza della spesa dei fondi comunitari.
Ormai, come tutta la UIL da tempo va affermando, la “questione meridionale” deve essere affrontata come una incombenza nazionale e con strumenti straordinari che puntino in maniera convinta e mirata alla crescita”.
“Poi, prosegue la sindacalista, se guardiamo al Molise, in tanti continuano a fuggire, crollano gli investimenti pubblici, tanti giovani non terminano neppure gli studi e quanti li concludono vanno a spendere i loro titoli altrove. Non si può più aspettare che un dramma socio economico si trasformi in tragedia”.
“Occorre, una volta per tutte, una forte politica di rilancio dello sviluppo del Sud, in grado di riequilibrare le differenze territoriali, aumentando gli investimenti e portando a spendere presto e bene le risorse dei fondi comunitari. Anche perché l’abbandono del Sud ha limitato la velocità di crescita del Nord.
Non bastano i proclami o le belle intenzioni, bisogna passare dalle parole ai fatti, concentrando le risorse su pochi e qualificanti progetti, magari dando priorità a quei settori in cui siamo indietro, come le infrastrutture materiali e immateriali, la mobilità, le misure incentivanti per l’occupazione, accanto a un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione.”
“A livello nazionale, anche alla luce dei tavoli che intercorrono tra Sindacato e Governo, riscontriamo che la Legge di Bilancio traccia alcune di queste proposte e auspichiamo che altre possano trovare spazio nell’annunciato «Piano per il Sud».
Il problema molisano, invece, resta e si acutizza. Da mesi recriminiamo l’assenza di un piano complessivo strategico di sviluppo, di un’idea forte che si basi su un progetto che vada al di là di qualche spot. Assistiamo a qualche iniziativa isolata e non coordinata, a tanti proclami, ma quando arrivano i numeri, nessuno può confutarli.”
“Speriamo che il CIS, accanto alle misure annunciate dai vari Ministri competenti a favore del Mezzogiorno, possa davvero dare quel sussulto anche al nostro territorio.
Stiamo davvero al bivio, conclude Boccardo, a quel bivio dove non si dovrebbe mai arrivare: sopravvivenza di una Regione o sua totale cancellazione.”