QUESTO NON E’ AMORE

Si è tenuta questa mattina in Piazza Celestino V a Isernia la programmata iniziativa di informazione “…questo non è amore”. Nel giorno in cui tutto il mondo celebra l’amore, la Polizia di Stato sceglie di stare vicina alle donne offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta di donne e formata da personale di Polizia specializzato nei reati di genere, sia della Squadra Mobile, dell’UPGSP, dall’Ufficio Sanitario e da un avvocato e uno psicologo del centro antiviolenza di Montaquila.

L’iniziativa è stata molto apprezzata da curiosi, passanti e persone che avevano bisogno di un consiglio o di un sostegno. Queste ultime sono state invitate a raggiungere gli uffici di via Palatucci, affinchè, in condizioni di tutela e di privacy, possano denunciare fatti di cui siano vittime o testimoni. La campagna è stata apprezzata anche dagli uomini che numerosi si sono fermati a scambiare opinioni e ad esprimere il loro giudizio sulla problematica della violenza di genere.

La flessione negli ultimi due anni dei delitti tipici in Italia (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia. Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l’isolamento.

Ogni tre giorni e mezzo avviene in media l’omicidio di una donna in ambito familiare o comunque affettivo, mentre ogni giorno, sempre ai danni di donne, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali.

Questi più in dettaglio i dati di tutte le forze di polizia:

  • gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016;
  • gli atti persecutori (circa il 76% in danno delle donne) 446 nel 2014, 11.758 nel 2015, 11.400 nel 2016;
  • i maltrattamenti in famiglia (circa l’81% in danno delle donne) 261 nel 2014, 12.890 nel 2015, 12.829 nel 2016;
  • le percosse (circa il 46% in danno delle donne) 285 nel 2014, 15.249 nel 2015, 13.146 nel 2016;
  • le violenze sessuali (oltre il 90% in danno delle donne) 4257 nel 2014, 4000 nel 2015, 3759 nel 2016.

Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.

In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate.