E’ stata appena pubblicata la terza opera monografica di Manuel Gioiosa, giurista nonché autore di numerosi contributi su questioni generali di Diritto Amministrativo, nativo di Isernia.

Il contributo, dal titolo “L’accessione invertita ed il suo cammino nell’ordinamento giuridico. Il sistema infranto. Poteri amministrativi ed evanescenza del diritto di proprietà” edito per la Youcanprint edizioni, integra ed aggiorna la Tesi di Laurea discussa a suo tempo dall’autore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’argomento oggetto dello studio, in particolare, indaga le conseguenze legate all’agire illegittimo da parte della pubblica amministrazione durante lo svolgimento del procedimento espropriativo. Attraverso un’indagine diacronica prima e sincronica poi, viene in particolare messo in evidenza come l’attuale disciplina della materia contenuta all’interno del Codice delle Espropriazioni (d.P.R. n 327/2002) sia tutt’altro che coerente con i principi generali dell’Ordinamento Giuridico. Più in generale, il tema indagato induce a riflettere come in svariati casi l’assetto degli interessi configurato dal legislatore, lungi dal disciplinare il rapporto giuridico di diritto pubblico secondo una logica paritaria, tenda al contrario verso il mantenimento in capo alla pubblica amministrazione di inammissibili posizioni di privilegio.

La libertà, che nel campo proprio delle arti è riconosciuta allo spirito umano, nel mondo del diritto dove invece debbono dominare norme e regole, troppo spesso appare frutto di arbitrio e presunzione. Diversamente che dal mondo dell’artista dove regole e norme rappresentano soltanto le “forme” che egli può e deve riempire con contenuti personali, le norme con cui il diritto esercita il suo dominio ci si aspetta sempre che debbano avere validità universale, come le leggi di natura e si è profondamente delusi se ciò non si verifica.

Nelle conclusioni dell’autore, pertanto, una rassegnata considerazione sull’attuale ruolo degli operatori del diritto. Il fatto cioè che i giuristi, ad onta di tutti gli sforzi non siano fino ad oggi ancora riusciti a trovare il vero diritto, ricollegandolo cioè alla “natura”, sia essa la natura degli uomini o la natura delle cose, fa cadere un’ombra sulla loro scienza.