di Pietro Tonti

Da mesi poniamo l’accento sul dissesto dell’azienda speciale regionale Molise Acque e sul debito milionario contratto negli anni, giunto ad oggi a quasi 60 milioni di euro di disavanzo.

Un bilancio catastrofico, probabilmente il dato è tratto e Molise Acque ha una fine oramai segnata, quella di dover consegnare le carte al tribunale per un concordato preventivo. Una storia debitoria riconducibile già all’ERIM istituito con legge regionale del Molise nel 1983 per assicurare il rifornimento di acqua potabile ai serbatoi di 170 comuni molisani, pugliesi e campani.

A distanza di ben tre anni dall’insediamento del M5S in regione in opposizione al governo Toma, finalmente  il Consigliere regionale pentastellato Angelo Primiano  prende consapevolezza del debito ciclopico contratto da molti comuni molisani per le forniture idriche e mai pagate a Molise Acque. Meglio tardi che mai diremmo, ma era cosa ben risaputa.

Primiani parla di sciagura contabile per i crediti inesigibili dell’azienda speciale che i comuni non riescono a sostenere e prepara un’interrogazione definita urgente.  In questo contesto oltre all’elenco dei debiti dei singoli comuni che vanno dai 12,2 milioni di Boiano, ai 3,4 milioni di euro che deve il comune di Venafro a Molise Acque o quello di Campobasso di 2,4 milioni; vi sono anche i piccoli comuni che hanno accumulato cifre imbarazzanti nei confronti dell’azienda erogante.

Noi sappiamo che i principali fattori ad aver determinato l’ecatombe di Molise Acque nel corso degli anni sono attribuibili, alle perdite enormi nelle reti idriche comunali, vetuste e impossibili da manutenere per i comuni che non riescono a garantire economicamente nemmeno l’ordinaria manutenzione delle condotte, ma soprattutto – ed ecco che si tocca il tasto dolente – quello della politica.

Mentre Molise Acque nel corso degli anni ha contratto debiti con le società fornitrici di energia elettrica per il pompaggio dell’acqua ai comuni, non si è voluto man mano richiedere il dovuto per l’erogazione dell’acqua  ai sindaci, probabilmente per non inimicarseli e perdere consensi elettorali.

Ci ritroviamo oggi che il problema è diventato ingestibile, certamente richiedere il dovuto ai comuni inevitabilmente determinerebbe il dissesto degli enti, o nella migliore delle ipotesi i cittadini verrebbero gravati di tasse enormi per azzerare il debito.

Una situazione che come evidenzia il Consigliere pentastellato è pericolosa per la tenuta degli stessi comuni e dovrà essere affrontata con decisione. Alcune domande sorgono spontanee, chi si farà carico di azzerare i debiti dei comuni a favore di  Molise Acque, per evitare il dissesto economico dei comuni, risanando i debiti dell’azienda speciale regionale?

Se l’ente, come ha dichiarato Toma, dovrebbe essere messo in liquidazione e pensare ad una nuova forma gestionale della risorsa idrica, i debiti pregressi dei comuni che fine faranno? Saranno captati dal giudice per ripianare i debiti? Quindi il dissesto dei comuni indebitati sarà certo? Oppure si potranno utilizzare fondi europei per risanare il disavanzo e quindi le sorti degli enti? Tutte domande che attendono la risposta del Consiglio regionale.