Riceviamo e pubblichiamo:

Benché il Presidente della Provincia continui ad autocelebrare sui social il suo sedicente “piano Neve” continuano a pervenirci le gravi proteste da varie zone della provincia per le strade bloccate che ne rivelano il totale fallimento. Ma è un disastro annunciato per chi sta seguendo la vertenza operaia dei cantonieri “licenziati”, contro la privatizzazione totale del servizio con le conseguenti inefficienze e sprechi più volte rilevati.

Il flop è evidente per quelle parti non di alta quota, ad esempio la zona bassa del Volturno andata in tilt per una neve non di certo eccezionale o la strada tra Agnone e Belmonte; ma anche per le più alte quote, come la strada per Capracotta, negli anni passati, con la presenza degli operai cantonieri oggi messi alla porta, e di un conseguente uso appropriato dei mezzi provinciali, la chiusura non avveniva se non in casi eccezionali ben più importanti di quello attuale.

Si ricorda ad esempio che durante la nevicata ben più forte e lunga del 2012, sul tratto Pescolanciano Sessano  furono i suddetti operai precari della Provincia persino ad andare in soccorso all’ANAS; mentre ora, con condizioni molto meno gravi del 2012, è sproporzionato l’intervento sostitutivo che si richiede a Vigili del Fuoco, Carabinieri e gatto delle nevi, a parte l’aumento delle strade bloccate.

E’ in buona parte la conseguenza della scellerata privatizzazione totale del servizio neve con la mancata utilizzazione dei 34 cantonieri, peraltro solo  part time non di ruolo che era possibile per quanto già dimostrato in tutte le salse, oltre la palese insufficienza del servizio privatizzato per quantità e qualità e la sua maggiore onerosità, il che sta facendo evidenziare anche altre crepe da noi anticipate.

Per utilizzare gli attuali mezzi provinciali occorreva necessariamente l’assunzione dei detti operai temporanei come avvenuto per anni: sicché per 9 autocarri, 3 turbine,  una pala, di fatto ci sono solo 9 cantonieri di ruolo, mentre per stare in regola con le norme di sicurezza e funzionalità ne occorrono 29 !. Anzi: ne occorrono altri  4 per i 4 trattori rimasti perciò dannosamente fermi.

Ed infatti ci è stato riferito che gli autocarri della Provincia o dei privati sono stati all’opera con un solo addetto, il che è fuori norma, mentre i 4 trattori di ultima generazione sono rimasti dannosamente fermi (esclusi dal piano neve pubblicato), a parte le ripercussioni negative sulla qualità e quantità del servizio. Inoltre andrà verificata la notizia per cui uno degli autocarri sarebbe anche senza revisione !

Ci segnalano inoltre un mezzo dei privati appaltatori fermo sulla strada di Agnone perché guasto: chi ha controllato l’idoneità di questi mezzi delle ditte private ?

D’altro lato anche le autorità preposte ai controlli erano state avvertire (v. precedente segnalazione del Comitato Operai Cantonieri “Osvaldo Pallotta” , del PCL MOLISE, PRC Isernia, Isernia Bene Comune), ove si evidenziava questo ed altro cui si rinvia. Tutto rimasto senza riscontro, a conferma della natura di classe antioperaia e antisociale di queste istituzioni.

Di più: chi si occuperà da ora delle “pulizie di rifinitura” per prevenire la formazione del ghiaccio dopo lo sgombero neve (prima tempestivamente fatte dai cantonieri),  del ripristino della segnaletica e dei consueti danni collaterali all’uso dei mezzi ? E con quali costi ? Tra l’altro si ricorda che la segnaletica è carente da due anni e che comunque occorreranno operai per la manutenzione stradale a prescindere dalla neve.

Per questo insistiamo: pur nell’ambito di una legislazione nazionale antioperaia e di tagli antisociali agli enti locali (condivisa dal Coia e dal suo PD), abbiamo trovato norme e fonti finanziarie che consentono il rinnovo contrattuale agli operai cantonieri almeno temporaneamente (ferma restando prospettiva di un lavoro strutturale e stabile per cui abbiamo indicato alcune soluzioni).

Ma il Presidente Coia risolve tutto postando insignificanti “fotografie”: sembra Nerone che suona la lira  mentre Roma brucia.

E la smetta con le diffamazioni contro la lotta operaia in atto, addirittura arrivando ad definire come “sedicente” il Comitato Operaio “Osvaldo Pallotta” : si vergogni,  poiché sa benissimo che questo comitato esiste e continuerà la sua lotta.

Le uniche cose sedicenti sono il suo fantomatico piano neve o l’immaginifico “impedimento” al rinnovo dei contratti agli operai cantonieri.

 

Lì, 07/01/2016                                                                           

  IL COORDINATORE PCei Lavoratori Tiziano Di Clemente

Coordinatore Sindacato CSA Feliciantonio Di Schiavi