di Pietro Tonti
Nelle prossime 24 ore il Presidente Toma ricomporrà la Giunta regionale con i quattro assessori, come promesso in fase preliminare all’approvazione del Bilancio. Resta il nodo da sciogliere del quinto assessore, con Mazzuto fuori e le note polemiche dei vertici della Lega che in queste ore, stanno prendendo delle posizioni avverse alla decisione presidenziale, quella di non ridare più l’assessorato all’ex segretario regionale del Carroccio.
Prima il coordinatore regionale Colla, poi lo stesso Salvini parrebbero adirati per questa posizione politica di Toma, si perché ieri nell’intervista il Presidente è stato chiaro: “mi affido ai gruppi consiliari come all’inizio mandato per la scelta del quinto assessore”.
Basta questa affermazione per comprendere che la Lega, non avendo un gruppo consiliare non decide nulla. Come ricorderete Calenda e Romagnuolo elette con Salvini, presero le distanze con la nomina di Mazzuto ad assessore, una forzatura che lo stesso Salvini nel Molise ha pagato amaramente.
Alla decisione del Governatore potrebbe esserci anche un altro aspetto, quello gestionale dell’assessorato al Lavoro affidato nelle mani di Mazzuto, in quanto ad oggi il Molise risulta essere l’ultima regione italiana ad aver comunicato all’INPS le domande delle imprese che hanno diritto alla cassa integrazione in deroga per l’emergenza Covid -19. E i molisani se tutto andrà bene prenderanno i soldi tra 60 giorni, una vera beffa per i tanti lavoratori senza stipendio.
Quindi, ancora tiene banco il toto quinto assessore e il Governatore potrebbe attendere fino al rinnovo dell’ufficio di presidenza, come stabilito a metà mandato che scadrà il prossimo novembre per decidere, senza anticipare nulla, in politica non paga.
I bookmakers darebbero per scontato l’avvicendamento di Pallante alla Presidenza e Micone andrebbe a ricoprire il ruolo che oggi è di Pallante, quello di sottosegretario alla presidenza, ma forse è troppo scontata per apparire vera come ipotesi. Potrebbero esserci degli stravolgimenti, Pallante potrebbe ricoprire per Fratelli D’Italia il ruolo di quinto assessore, non prima della scadenza di metà mandato, mentre Iorio potrebbe essere il sostituto di Micone alla Presidenza del Consiglio.
Per Toma sarebbe politicamente più tranquillo offrire a Iorio la presidennza che magari concedergli un assessorato, così da salvare capre e cavoli e garantirsi un proseguo tranquillo fino a fine mandato.
L’opposizione consiliare in questo contesto, con Iorio parte attiva della maggioranza, sarebbe relegata a solo ruolo di ratificatrice delle azioni amministrative della Giunta.
Scacco matto di Toma che potrebbe anche pensare ad una rielezione tra tre anni, qualora la gestione delle misure garantite per l’emergenza giungano con celerità nelle tasche dei molisani.